Di Francesco Fiordomo

MACERATA - “La riorganizzazione della gestione del servizio idrico non sta passando sotto nessun Fiordomo Francesco 51‘preoccupante silenzio. Non solo perché il tutto si basa su delibere degli enti competenti che sono pubblicate sui rispettivi siti internet e perché ad ogni passaggio è stato dato il giusto risalto con articoli di stampa, ma anche perché ogni decisione viene presa nella massima trasparenza e fuori dagli schemi della politica, senza input di partiti e movimenti. In modo libero, nell'interesse dei cittadini e per la tutela di un bene prezioso come l'acqua. Che significa vita, salute, qualità, bandiere blu, economia.

La normativa che ha stabilito la soppressione delle ATO e assegnato alle Regioni i compiti di programmazione e controllo è stata recepita dalla Regione Marche con la legge 30/2011 che ha consentito la costituzione dei nuovi enti d’ambito in forma di convenzione, con un congruo risparmio di poltrone (i cessati consigli di amministrazione) e di risorse. Tali enti sono pubblici perchè costituiti a spese zero dai Sindaci dei Comuni e dai Presidenti delle Province ricadenti negli ATO. In quanto enti pubblici le assunzioni non avvengono per nomina ma solo per concorso e sono peraltro bloccate da almeno un decennio, come per tutti gli enti pubblici territoriali.

Non è in corso nessuna lotta fra le aziende per ottenere la gestione unica. Questa verrà affidata direttamente alla società unica risultante dalla fusione degli attuali gestori. Le operazioni societarie di Astea servono ad escludere il socio privato dalla gestione del servizio idrico, stante la natura pubblica che i Sindaci del territorio hanno deliberato già dal lontano 2003 per la gestione. In tale quadro si colloca l’affidamento del Comune di Apiro che l’AAto, non il Comune, ha consentito all’APM di Macerata. Ad oggi non risulta notificato nessun ricorso al TAR da parte di UNIDRA, e sarebbe molto strano che ciò avvenisse, visto che i Sindaci del territorio UNIDRA si sono adoperati per ottenere questo risultato in sintonia con la Presidenza dell’AAto.

La procedura di infrazione cui il comunicato si riferisce interessa tutta l’Italia e risale al 2014 a motivo di mancati investimenti risalenti a loro volta ad almeno un decennio precedente. Solo nelle Marche sono una trentina le aree soggetta ad infrazione e di queste solo otto nel territorio dell’AAto 3. Da almeno due anni si sta lavorando efficacemente per porre rimedio e recuperare il tempo perso in termini di investimenti depurativi e fognari. In particolare a Castelfidardo, Comune amministrato dal M5S, dove si è in procinto di ampliare l’attuale depuratore che consentirà un più efficace smaltimento di reflui per l’intero versante Nord dell’ambito.

Come tutti gli enti pubblici, anche le S.p.A. pubbliche sono trasparenti e non fanno utili con l’acqua, come d’altronde sarebbe impossibile fare stante l’attuale metodo tariffario che privilegia l’efficienza e i reinvestimenti di risorse per accelerare il processo di ammodernamento delle reti e degli impianti necessario a recuperare il tempo perduto.

L’acqua non è pubblica per decreto ma perchè l’intero impianto normativo italiano la qualifica come tale. Nel nostro ATO anche l’attività di distribuzione dell’acqua è pubblica, come già accennato.

Da almento quattro anni nell’ATO 3 non si procede più a distacchi di fornitura ma alla riduzione del flusso per garantire i 50 l/ab/giorno anche in casi di morosità. L’AATO3, inoltre, ha distribuito voucher idrici per un importo di 100 euro l’uno agli utenti più disagiati del territorio per garantire l’approvvigionamento idrico minimo. In tutto sono stati destinati all’iniziativa circa 300.000 euro nel solo 2016.