MATELICA - “Mi trovo a dover rispondere ad una serie di articoli comparsi sulla stampa riguardo la destinazione dell’ex Hotel Agorà a Matelica, struttura mai finita di costruire e però, in potenza, capace di ospitare parecchie persone, oltre 100.Da subito dopo i giorni del sisma di ottobre, la nostra Amministrazione Comunale ha sentito il curatore fallimentare per studiare la possibilità di utilizzare l’Agorà per ospitare sfollati e, di concerto, abbiamo messo a disposizione l’Hotel alla Protezione Civile che ha visionato i progetti e ha fatto anche i sopralluoghi necessari.Nello stesso senso, visto che il centro storico di Matelica ha subito danni ingenti al patrimonio abitativo, andando anche a colpire abitazioni utilizzate agora2 650x366dagli studenti della Scuola di Veterinaria di Unicam, si è pensato di poter ospitare quegli studenti nella stessa struttura. Abbiamo perciò proposto in maniera informale la questione a tutti gli organi preposti, Unicam, ovviamente, ma anche la Regione Marche. E questa era la notizia. Si trattava certamente degli studenti dell’Università di Camerino, ma di quelli che frequentano i corsi a Matelica.L’idea non nasce dal nulla ma dalla consapevolezza che avere due corsi di laurea in città sia una risorsa inestimabile, non solo strettamente economica, ma anche e soprattutto sociale. Lavoriamo con Unicam in maniera stretta e sinergica dall’inizio del nostro mandato e con loro stiamo valutando investimenti da fare insieme in termini di progettazione di assi di sviluppo (fondi GAL e Master in Wine Export Management), ma anche di possibili aperture di nuovi corsi di laurea, sempre all’interno della Scuola di Medicina Veterinaria. L’Agorà perciò potrebbe diventare un luogo fondamentale per tutte le attività di Unicam a Matelica e noi siamo prontissimi a sostenerle.

Fa un po’ tristezza discutere di queste cose, di un particolare caso specifico che viene, tra l’altro, da un malinteso, quando tutto un territorio sta soffrendo per la più grossa tragedia della nostra storia dopo la seconda guerra mondiale.
Fa tristezza soprattutto perché non si riesce mai a fare squadra, ognuno pensa al proprio comune e il confine diventa un muro invalicabile. Così non si va da nessuna parte, così non riusciremo mai a rialzarci, non avremo alcun futuro e la responsabilità sarà soltanto la nostra, di amministratori che non hanno voluto parlare tra loro. Il problema vero della ricostruzione post sisma è chiaramente di governance delle problematiche comuni: dobbiamo fare un lavoro di sistema che possa dare risposte dirette e immediate alla popolazione. Ricostruiremo, tutto, ne sono certo. Ma per chi? Come? E quando? Queste sono le domande vere, i problemi su cui dovremmo dibattere, su cui incentrare le analisi politiche. I nostri figli dove vivranno? Avranno i nostri stessi servizi? Ma non ci accorgiamo che più passa il tempo e più le persone faranno fatica a tornare a vivere nelle nostre zone? Chi dobbiamo aspettare? Gli amministratori oggi siamo noi. Dobbiamo fare una progettazione a medio e lungo termine e farci forza, insieme, sulle nostre specificità migliori. Per essere chiari, dobbiamo tirare fuori i muscoli e farlo tutti. Sarebbe opportuno affidare un tavolo di concertazione e dibattito su tutti questi temi proprio all’Unicam che da tutti è riconosciuta sinonimo di qualità e di professionalità. E anche io, che sono sindaco a Matelica, sarò felice di avere consigli e proposte, anche se per ascoltarli dovrò salire su un colle che non è del mio comune”.