ANCONA - “Oggi ricorre l’anniversario della tragedia di Marcinelle dove l’8 agosto del 1956 persero la vita 12 fsngilardi 56819 previewmarchigiani tra i 136 italiani deceduti, nel pozzo Bois du Cazier che inghiottì 262 minatori –scrive l’assessore Bravi-. Una vicenda drammatica, che ha segnato la storia dell’Europa e le coscienze dei suoi cittadini contribuendo a far comprendere come fosse necessaria un’organizzazione del lavoro più rispettosa della dignità dell’uomo. La situazione rispetto a quegli anni è sicuramente migliorata, ma il tema resta estremamente attuale. Finchè non saranno garantite a tutti, in Italia e nel mondo, buone condizioni e sicurezza nei luoghi di lavoro non possiamo abbassare la guardia”.

Anche in questo 8 agosto, a distanza di 60 anni, la Campana di Marcinelle suonerà 262 rintocchi, uno per ogni morto nell'incendio del Bois du Caziers. Dodici di quei rintocchi saranno per le vittime delle Marche, regione che ha pagato un tributo elevato in questa tragedia, la terza ( dopo l'Abruzzo con 60 vittime e la Puglia 22).
Dodici minatori - il più anziano aveva 49 anni e il più giovane 26- che morirono insieme ad altri 136 italiani in quella mattina d'estate del 1956 in Belgio. Scesero fino a 1035 metri nel pozzo di Bois du Cazier per non rivedere mai più la luce, se non quella delle fiamme che bruciarono per molte ore la miniera di carbone.
L’otto agosto 1956 il pozzo n 1, detto “Bois du Cazier”, della miniera di Marcinelle, nel bacino carbonifero di Charleroi, in Belgio, fu sconvolto da una immensa esplosione avvenuta nelle sue gallerie ad oltre mille metri di profondità. Morirono tra fiamme e fumo 262 minatori: di questi 136 erano italiani; tra loro 13 erano marchigiani.

Ecco chi erano:

Battocolo Rodolfo, anconetano, nato il 19/04/1908

Scortechini Davilio, di Cingoli, nato il 04/06/1914

Dezi Nicola, di Macerata, nato il 06/03/1930

Gabrielli Antonio, di Casteldelci, nato il 21/07/1915

Dionigi Edo, di Colbordolo, nato il 16/04/1924

Talamelli Filippo, di Fano, nato il 22/01/1918

Antonini Sisto, di Monteciccardo, nato il 07/08/1910

Palazzi Alvaro, di Monteciccardo, nato il 02/02/1922

Bianconi Giovanni, di Novafeltria, nato il 30/03/1927

Righetti Giuseppe, di Pesaro, nato il 13/01/1907

Pierani Giulio, di Petriano, nato il 11/04/1924

Molari Antonio, di S. Agata Feltria, nato il 12/03/1930

Ed Enrico Del Guasta, di Fossombrone, nato il 17/02/1920

Il pozzo di Marcinelle era in funzione dal 1830 e la catastrofe avvenne per le inadempienze dei proprietari che avevano omesso di migliorare le condizioni di sicurezza. I minatori italiani erano andati in Belgio bisognosi di lavoro e a seguito di un accordo firmato nell’immediato dopoguerra tra il Governo italiano, presieduto allora da Alcide De Gasperi, e il Governo belga, definito “accordo uomo-carbone” in base al quale, per ogni minatore, l’Italia avrebbe ricevuto 200 chili di carbone al giorno, necessari per la ricostruzione del Paese. L’impegno del Governo italiano era quello di inviare almeno 1.000 minatori a settimana nei cinque bacini carboniferi belgi. Molti furono coloro che aderirono alla chiamata. Il pozzo di Marcinelle era tra i più insicuri e fu teatro della grande esplosione dell’8 agosto 1956. Per più di tre settimane i minatori superstiti e le forze di soccorso scesero nei cunicoli di quel pozzo per cercare di salvare eventuali superstiti ed estrarre i corpi dei minatori defunti. Nelle settimane successive alla tragedia, nelle località di origine delle vittime, autotreni belgi trasportarono le bare dei minatori morti a Marcinelle. Anche nelle Marche dodici bare vennero consegnate in varie località.

La maggior parte dei marchigiani che scelsero di emigrare in Belgio provenivano dal Pesarese, dove sorgeva la miniera di Perticara (nove dei minatori morti a Marcinelle erano infatti della provincia di Pesaro), o dall’entroterra anconetano, dove invece si trovava la Miniera di zolfo di Cabernardi.