RECANATI - Un foglio di quaderno, un bambino ebreo che si raffigura "balilla". E' una delle immagini di una raccolta 10956835 10203550393535555 804910411 ndi foto che Repubblica.it pubblica nel quadro degli approfondimenti dedicati al Giorno della Memoria.

Non ci sono elementi per identificare questo bambino che disegna su quella pagina il suo essere "balilla", ignaro dell'amto destino che di lì a poco il fascismo gli riserverà, molto tempo prima della promulgazione delle Leggi Razziali, nel 1938.

Questo disegno apre uno squarcio sulla presenza di ebrei dichiarati a Recanati che merita di essere approfindito.

E' noto infatti che sino al 1500 Recanati registrò una forte comunità ebraica (il cabalista Menachem da Recanati uno dei più famosi suoi rappresentanti), ma si ignorava di famiglie residenti prima del 1938.

Durante l'occupazione nazista Recanati ospitò in clandestinità molte famiglie ebree, protette sia dal Gruppo Azione Partigiana che dalla chiesa, oppure ospiti di familgie recanatesi. Il caso più eclatante quello della famiglia di Italo Servi (diventerà sindaco della Sesto San Giovanni liberata). Ma molti ebrei (Coen, Ascoli, Contini, trovarono rifugio in soffitte della città (Montevolpino) e nella stessa Cattedrale, o a San Leopardo.

Questo disegno rivela invece che prima della "stretta" sulla comunità ebraica in Italia, qualche ebreo era ancora residente in città.

Il disegno pubblicato da Repubblica.it merita certamente un approfondimento storico.