Di Luca Marconi

RECANATI - La vicenda politica regionale ha assunto toni e comportamenti che rasentano la follia. Il ribaltamento della verità è diventato la regola e di fronte a questo il mio impegno sarà ancora più deciso e motivato.UdC 1 3

Se potevo avere qualche perplessità in merito alla mia candidatura queste scompaiono di fronte alla necessità di dare consistenza all’ala moderata, cattolica e popolare che sostiene il candidato presidente Luca Ceriscioli.

Sono sempre stato un convinto assertore del centro di tradizione democratica e cristiana, alternativo alle demagogie e agli estremismi di destra e di sinistra. Per questo ho scelto di aderire alla lista dei popolari che nelle Marche raccoglie UDC e POPOLARI di varie appartenenze.

Questa è la verità delle cose perché l’UDC delle Marche con larga maggioranza ha scelto l’alleanza con il PD rifiutando avventure di tipo personalistico che si contraddistinguono per il livore nel linguaggio e l’esaltazione artificiale delle loro presunte vittorie.

La realtà è un’ altra: la regione ha bisogno di serenità e contenuti per affrontare una crisi infinita, non ha bisogno di propaganda giornaliera di tipo narcisistico nella quale ci si dice belli.

Ha bisogno di contenuti, di fiducia, di risposte per il bene comune, di soluzioni condivise e non dei sogni di leader illuminati dalle lobby e dagli interessi di bottega.

A me interessano esclusivamente i contenuti e in questi ultimi cinque anni come assessore alla famiglia e ai servizi sociali e come consigliere regionale ho avuto l’opportunità di tenere ben alta e visibile la bandiera dei principi che mettono il lavoro e la famiglia al centro di tutto. Troppi pescecani affollano il mondo economico oscurando bravi imprenditori e i tanti operai che sostengono la nostra produzione manifatturiera. Troppi laicisti del salotto buono attentano alla famiglia fondamento sociale insostituibile di ogni convivenza umana.

Noi POPOLARI UDC siamo in corsa per questo: contro nessuno ma perché crediamo nella libertà per tutti, nella garanzia della salute e dei servizi sociali in particolare per chi non può permettersela con i propri mezzi; per la democrazia popolare che governi le istituzioni perché i potenti con la loro influenza, tv e giornali il potere lo hanno già.