RECANATI – Da oggi (ore 19), presso il Circolo ARCI La Serra, inaugurazione della mostra di Hernan Chavar dal titolo “Opere Rosse”. 11401294 10205687788106675

Hernan Chavar, che già presentò i suoi lavori qualche anno fa a Recanati nel contesto dell’ARTIKA Festival, ritorna oggi nella nostra città per una mostra composta da nuove opere che fissano ancora una volta un punto temporaneo di un percorso verso un’idea di “bestialità” come negazione di derive antropocentriche. Se nella scorsa mostra recanatese il “divenire animale” dell’artista era espresso da ibridazioni fra un grosso grasso corpo umano e gli esoscheletri di coleotteri e lucanidi disposti in sequenze diacroniche di metamorfosi, l’odierna mostra di Chavar sembra aprirsi ad un catalogo di immagini universali tra biologia animale ed anatomia umana, stimolando così paralleli tra questi due mondi immaginifici.

La mostra sarà aperta da giovedì 2 a domenica 5 luglio, tutti i giorni dalle 19 in poi.

898951 10205865582871433 71Nato a Buenos Aires (RA) nel 1979 trasferito in Italia nei prima anni 80 vive e lavora a Porto Recanati in provincia di Macerata. Ha frequentato l'Istituto Statale d'Arte e l' Accademia di belle Arti di Macerata. Ha esposto a Milano, Roma, Bari, Perugia, Berlino, Amsterdam, Manchester ed in numerose mostre, festival, eventi all'interno del territorio marchigiano. Ha collaborato con lo "Spazio MOHOC " di Monteprandone (AP) la “Galleria Marconi” di Cupra Marittima, il "Laboratorio 41" di Macerata, la “Galleria ARTCORE" di Bari, la galleria "LE MUSE GIOVANI" di Adelfia (BA) la galleria "ART&ARS" di Galatina (LE) . Loretta morelli scrive di lui: il lavoro di Hernan è composta da animali, esseri indefiniti, presenze umane misteriose, luoghi quotidiani mutati in spazi ibridi e sospesi.11664064 10205865576351270

Le sue opere potrebbero essere il nucleo originario di una Wunderkammer contemporanea: la camera delle meraviglie del XVI sec. che raccoglieva oggetti straordinari provenienti dai vari ambiti del sapere, da terre lontane, potevano essere resti di animali ma anche pietre preziose, piccole invenzioni o piante rare, l’importante era avere una piccola porzione di mondo.

L’intento dell’artista non è sicuramente quello di possedere il mondo, ma sicuramente di scoprirlo, di guardarlo e osservarlo come al microscopio per poi ricomporlo, mescolarlo e manifestare le infinite possibilità della visione e delle differenze.

Un disegno appassionato e rigoroso, a volte in bianco e nero e a volte a colori, raffigura insetti ritratti nelle loro pratiche amorose; strani esseri frutto dei nostri pensieri nascosti, del nostro inconscio a volte turbato e pieno di paure; una serie di cervi dai colori brillanti e irreali hanno perso ogni contatto con la natura, lontani da se stessi si stagliano sul foglio, ci guardano e diventano nostro specchio (“Trofei”). L’universo di Hernàn è quello del nostro tempo dai confini mutevoli, continuamente abbattuti e ricomposti, è quello di esseri sospesi in attesa di abitare un mondo altro, o forse provenienti da un mondo altro, o forse già presenti tra noi.