RECANATI - Il recanatese Federico Alessandrini, e' un nome del giornalismo italiano per essere stato dal 1961 al 1970 vicedirettore "con schiena dritta" dell'Osservatore romano, e dal 1970 al 1976 direttore della sala stampa vaticana, cioe' primo portavoce laico dei papi.

Meno nota e' la sua attivita' di osservatore di politica internazionale, che lo ha portato quando era un giovane sconosciuto, distaccato dalla Azione cattolica presso l'ufficio giornali della segreteria di Stato vaticana, a scrivere dal 1933 al 1938 piu' di 350 articoli.libro Giorgio Alessandrini

Compito dell'ufficio giornali era la redazione quotidiana di un bollettino di notizie che veniva trasmesso al segretario personale di Pio XI, mons. Confalonieri, al segretario di Stato Eugenio Pacelli, al segretario della Congregazione degli Affari straordinari mons. Pizzardo, al sostituto della segreteria di Stato mons. Tardini e, dal 1937, a monsignor Montini, e al presidente dell'Azione cattolica. Sono questi gli anni in cui gli avvenimenti politici europei (in particolare spagnoli,

tedeschi e austriaci) trovavano particolare attenzione presso i vertici della Santa Sede.

In seguito il ruolo di Federico Alessandrini in seno all'ufficio giornali acquisto' peso ed importanza anche in relazione ad un nuovo compito: la redazione, sulla base di notizie politiche e diplomatiche che provenivano alla segreteria di Stato dalle varie nunziature, di finte corrispondenze, destinate alla pubblicazione sull'Avvenire d'Italia e su altri quotidiani cattolici, quali L'Italia di Milano e Il Nuovo Cittadino di Genova. Alessandrini usava vari pseudonimi: Renano per le corrispondenze da Berlino, Cid da Madrid, Danubiano da Vienna.

E con questo sistema riusci' a fornire al pubblico italiano notizie esatte sulla situazione di quei paesi europei, evitando gli interventi della censura, e denunciando le persecuzioni e le vessazioni contro la Chiesa e i cattolici soprattutto da parte nazista, in Germania e in Austria. Le autorita' tedesche non mancarono di promuovere indagini per scoprire i misteriosi giornalisti che da Berlino e da Vienna inviavano corrispondenze a Roma.

Oggi il figlio di Alessandrini - don Giorgio, per decenni viceparroco e parroco di San Fulgenzio alla Balduina, dove continua a servire ora che e' in pensione - ha pubblicato una bella raccolta di quelle corrispondenze, che spaziavano dall'Austria alla Bolivia, dalla Germania alla Cina, dalla Francia all'Urss, dalla Gran Bretagna al Paraguay, dagli Stati Uniti all'Ungheria, dal Messico alla Cecoslovacchia, dalla Jugoslavia alla Svizzera. Il libro che ne e' scaturito - "Federico Alessandrini, Santa Sede tra nazismo e crisi spagnola - 1933-1938", edizioni Studium, 28 euro – è stato presentato alla Radiovaticana, da Lucia Ceci e Bruno Bartoloni, con la moderazione di Giuseppe Ignesti.