I giudici della Corte di Cassazione hanno definitivamente chiuso con la sentenza di ieri sera la vicenda processuale legata alla strage di Sambucheto, perpetrata la notte del 6 marzo 1996.

La sentenza ora à definitiva: tre ergastoli, carcere a vita per Gianfranco Schiavi, 65enne, detto “il mastino”, suo figlio Marco, 35 anni (ambedue detenuti), e Salvatore Giovinazzo, 38 anni (latitante). Per l’altro figlio del “mastino”, Massimiliano, 39 anni, a piede libero, confermati otto anni di reclusione che dovrà ora scontare.

La strage di Sambucheto è stato il fatto di sangue più eclatante commesso sul territorio, epilogo di una lotta fra clan per il controllo del racket dei locali notturni.

Nel casolare di Sambucheto, poco più in là della iGuzzini Illuminazione, vennero trucidati Nazareno Carducci, sua moglie Giovanna Ascione (era incinta) e il padre di lei. Una vera e propria mattanza quella che si presentò agli investigatori.

Carducci aveva deciso di mettersi in proprio andando così a scontrasi con l’organizzazione sul territorio in mano agli Schiavi. Una lotta tra clan per controllare l’intera regione sfociata nella sanguinosa esecuzione.

Per La Corte di Cassazione i condannati all’ergastolo sono gli esecutori materiali della strage, mentre Massimiliano Schiavi ebbe il ruolo di far sparire le armi del triplice omicidio.