PORTO RECANATI – L’appuntamento è per le 9 e insieme ai titolari degli chalet porto recanatesi, a dare man forte arriveranno anche da Porto Potenza e Civitanova. Anche dalla costa picena si muoverà una delegazione.rgb2

A Lido delle Nazioni e Scossicci a Porto Recanati, a Lido Bello, a Porto Potenza, il mare ha nuovamente infierito riaprendo ferite nemmeno curate un po’ vista l’impietosità della mareggiate che ha dato poca tregua agli operatori balneari che sono stati costretti a spese ingenti per avere un minino di stagione che poi a livello climatico e non solo, è stata poco prodiga.

La spiaggia a Scossicci si è ridotta, a Lido delle Nazioni non c’è più e tre attività rischiano di finire in mare, Anche la strada è a rischio e in un tratto interessato dalla linea ferroviaria.

Il mare in questi giorni concede una tregua, ma a novembre arriveranno le mareggiate più forti, quelle che fanno male, e il litorale è senza protezione. Uno chalet per salvare la stagione ha chiuso ed ha trasferito l’attività a Loreto.

Dunque sarà forte la protesta domani mattina sotto il palazzone della politica regionale.

L’assessore regionale Paola Giorgi, delegata alla difesa della costa, ha già indirizzato ai bagnini il proprio pensiero con una nota in cui si legge che “a Porto Recanati l’ultima mareggiata ha causato danni gravi ad alcune strutture. In questa circostanza, per poter intervenire subito nelle condizioni attuali, l’unica autorità preposta è il sindaco, in qualità di Autorità di Protezione Civile Comunale. Di concerto con le autorità competenti , quali l’Autorità Marittima, il sindaco può individuare eventuali provvedimenti urgenti per la salvaguardia dei beni. Do questa ulteriore indicazione all’amministrazione comunale, oltre che confermare la consueta disponibilità a trovare soluzioni condivise, anche per definire questioni seppur di competenza comunale, ma che gravano direttamente sui cittadini tutti e gli imprenditori balneari in particolare. Ricordo che il comune di Porto Recanati è l’unico costiero che oggi ha a disposizione 4,2 milioni di euro per un intervento in difesa della costa. Tali ricorse scaturiscono da un accordo di programma tra Regione e Ministero dell’Ambiente siglato nel 2010 ed attivato grazie alla compartecipazione economica da parte della Regione stessa. Il comune di Porto Recanati, responsabile della gestione dell’intervento, sta trovando numerose difficoltà e l’assessorato regionale, in piena tra speranza, sta cercando di supportarlo ed aiutarlo, pur non avendo responsabilità dirette. Il progetto, approvato dal comune, prevede un intervento nella zona sud del comune, in qualità di stazione appaltante , e lo stesso comune ha redatto e sta gestendo il bando per l’assegnazione dei lavori e dovrebbe gestirne gli esiti. La Regione ha dato la massima collaborazione mettendo anche a disposizione, senza alcun aggravio dei costi, la direzione dei lavori. Per ripristinare l’arenile nord, danneggiato dalle mareggiate invernali, pur in scarsezza di risorse, l’assessorato regionale ha assicurato un ulteriore finanziamento ed ha trasferito al comune 300.000 euro per spostare materiale immediatamente a su d del porto di Numana e conferirlo in zona Scossicci”.rgb1

L’inverno però è alle porte e la costa è palesemente, in alcuni tratti, esposta. Uno degli interventi più massicci sarebbe stato quello di Lido delle Nazioni ma il giorno stesso che si è impiantato il cantiere, la Dicearco, l’impresa messinese che si è aggiudicata l’appalto, ha puntato i piedi ed aperto un confronto con il comune. Di fatto del ripascimento previsto nemmeno un granello di sabbia è stato depositato a mare.

Per il comune la Dicearco è inadempiente e l’amministrazione porto recanatese sta valutando se procedere alla risoluzione del contratto per poi procedere ad un nuovo bando con relativo nuovo progetto: aggiungere al ripascimento le scogliere.

Fa però sentire la sua voce la Dicearco che si dichiara disponibile ad eseguire i lavori di ripascimento ma con la garanzia che il comune si assuma la responsabilità in caso di non riuscita dei lavori, cioè degli effetti della posa del materiale in mare. La Dicearco vuole in pratica essere solo fornitore di materiali e non più autore di un intervento di rinascimento non garantibile per il mutato stato dei luoghi.

Un braccio di ferro destinato a non portare da nessuna parte.

I lavori sarebbero dovuti partire a maggio e poi, dopo la sosta estiva e riprendere in questi giorni. Nulla si è mosso, il mare ha inferto nuovi danni, e il timore che l’invernata dia il colpo di grazia.