Nota del Comando Provinciale GdF

Anche la Guardia di Finanza della Provincia di Macerata ha preso parte all’operazione, coordinata a livello nazionale dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma, sull’indebita percezione dell’assegno sociale, la cui notizia è stata diffusa nell’odierna mattinata.

Nella nostra provincia, sono tre i casi di stranieri scoperti che percepivano indebitamente l'assegno sociale.

Complessivamente, il danno arrecato all’Istituto ammonta a circa 45.000 euro, ma dal blocco delle successive erogazioni che ne è conseguito, l'INPS potrà avere un ulteriore risparmio. A livello nazionale, è stato calcolato che l’intera operazione consentirà il risparmio di circa 2 milioni di euro all'anno. DSCF1901

L'operazione è frutto della collaborazione fra il Comando Generale della Guardia di Finanza e l'INPS, da qualche mese rafforzata con la firma di un apposito protocollo d'intesa.

L'indagine ha preso le mosse dall'analisi, da parte del Nucleo Speciale di Roma, dei dati relativi ai fruitori del beneficio, quali messi a disposizione dall'INPS.

Attraverso il successivo incrocio delle banche dati e l’acquisizione di altre informazioni di polizia si è potuta predisporre un'analisi di rischio che è stata posta a disposizione dei Comandi territoriali della Guardia di Finanza, i quali, arricchendo il quadro indiziario attraverso l’esecuzione di mirate indagini di polizia tributaria e giudiziaria, hanno svolto i relativi controlli, mentre la sede provinciale dell'INPS ne ha assicurato il necessario supporto.

I controlli della specie hanno interessato la posizione di cittadini stranieri immigrati ultrasessantacinquenni i quali, in presenza di asserite particolari situazioni di disagio economico, possono ottenere l’assegno sociale del valore di massimo di circa 450 euro mensili.

Le indagini esperite dai finanzieri della Compagnia di Macerata e dalla Tenenza di Porto Recanati hanno permesso di individuare tre stranieri, tutti di origine albanese, che percepivano il trattamento assistenziale, mediante accredito in conto corrente, pur avendo fatto ritorno ai loro Paesi di origine o essendosi assentati continuativamente oltre 30 giorni dal territorio nazionale senza alcuna comunicazione ai fini della sospensione temporanea del beneficio, così come previsto dalla normativa vigente.