PORTO RECANATI – Fra poche ore sulla costa è previsto l’arrivo dell’ennesima mareggiata ma la “tempesta” imperversa in città da giorni e si chiama Protezione Civile, o meglio adottando il sistema USA di dare un nome a particolari eventi meteorologici, “nomina”, e per nomina si intende quella del coordinatore del gruppo comunale, Pasquale Telera.

Il sindaco Sabrina Montali verso fine 2014, con una procedura non proprio corretta, ha sciolto di fatto il Gruppo Comunale di Protezione Civile e “dimissionato” il suo coordinatore, Marino Camilletti.

E qui sono partite già le prime contestazioni.

Nelle intenzioni del primo cittadino quella di “rifondare” il gruppo che a sua detta non funzionava, ma in realtà per azzerare uno degli ultimi “residui ubaldiani” (strano che però per la Farmacia Comunale non ci sia altrettanto dinamismo) e, come sostenuto da più settori, pagare una cambiale elettorale nei confronti del New Social Group, l’associazione privata di Protezione Civile presieduta da Pasquale Telera, che nel periodo dell’amministrazione comunale Ubaldi era stata emarginata e che con la Montali confidava ritrovare spazi.

Come abbiamo già riferito all’atto della riunione ricostituiva del Gruppo Comunale è successo di tutto e sono andati a buon fine solo una spaccatura (in 16 se ne sono andati) e l’avvio di una serie di ricorsi e denunce.

Seguendo dall’inizio la vicenda, senza tediare nuovamente il lettore, si rilevano un sfilza di forzature e azioni non pienamente legittime da parte del sindaco, atti ora oggetto di una serie di esposti sia agli organismi superiori della Protezione Civile che alla Regione ed alla Magistratura.

Uno degli aspetti più chiacchierati riguarda lo stato dei carichi pendenti e delle sentenze in giudicato degli iscritti alla Protezione Civile (e quindi non solo di Telera), e qui, da trentennali vecchi cronisti di nera e giudiziaria, “dando un’occhiata qua e là”, ci viene da chiedere al sindaco chi la consigli a prendere certe decisioni ….fronte

Essendo stato però eletto coordinatore, nell’occhio del ciclone, oscurando gli altri, ci è finito proprio Telera di cui emerge avere un procedimento (in concorso con altri che hanno ruolo nella Protezione Civile), per stalking nei confronti di una donna.

Ora, sindaco Montali, come giustifica avere partecipato a manifestazioni contro la violenza di genere sulle donne, essersi fatta fotografare con la componente femminile del consiglio comunale emaciata e fare finta di niente su questo procedimento in corso per stalking. Con che coraggio sarà in piazza l’8 marzo?

Premessa la presunzione di innocenza di Telera che il nostro ordinamento consente fino all’ultimo grado di giudizio, vige però anche un principio di prudenza in certe occasioni da parte di un pubblico amministratore.

Non sarebbe stato il caso di soprassedere a questa nomina e indicare una figura terza in grado da mediare tra due parti in conflitto?

Non lo ha fatto, ed ora si ritrova in un agitato mare di polemiche, sferzata anche dal suo ex alleato di maggioranza, il PD, che attraverso il consigliere Petro Feliciotti la esorta ad un passo indietro.

Ci si arrampica sul fatto che l’ordinamento regionale non preveda l’esclusione dei volontari con carichi pendenti o sentenze in giudicato, norma che compare invece nel 99% dei regolamenti locali dei gruppi comunali.

E poi vero che alcune domande di adesione al gruppo non sono state accettate perchè i firmatari non erano in odore di santità? Come si giustifica questo doppiopesismo?

In Italia si è molto discusso sulle “leggi ad personam”. A Porto Recanati ne è stata varata una (abrogando una norma) perchè altrimenti il candidato coordinatore non sarebbe stato eleggibile e come lui altri in odor di peccato.

La Regione non è stata assente, silente ma molto attenta a quello che accadeva a Porto Recanati. Ancor prima che partissero gli esposti aveva preso atto di alcune segnalazioni e si è mossa autonomamente.

Ora se arrivasse un commissariamento del Gruppo Comunale per gravi vizi procedurali …….