PORTO RECANATI - All’alba del 24 maggio 1915, Porto Recanati fu svegliata dai colpi di cannone della flotta imperiale austriaca che causò danni e vittime in tutta la costa marchigiana.Logo Centenario

Domani, domenica, Porto Recanati sarà svegliata dalle voci di studenti, famiglie, e cittadini e dalla musica del gruppo di canto popolare La Macina: tutti insieme per ricordare il tragico passato della Grande Guerra, ma anche, e soprattutto, per trasformare l’Adriatico in un ponte di dialogo, comprensione ed inclusione.

Il meeting inizierà a partire dalle 5,15 del mattino e si concluderà con due piccoli, ma significativi gesti: la lettura della Dichiarazione di Pace lanciata recentemente dalla Tavola della Pace e dal Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace ed i Diritti Umani; il lancio simbolico  in mare di “messaggi in bottiglia” (pensieri di pace, stralci di lettere dai soldati dal fronte, dei loro diari).

La colazione sarà offerta dall’Antica Pasticceria Bartoli di Porto Recanati. Appuntamento a Largo Porto Giulio, Kursaal.

A tutti i partecipanti all’iniziativa “Per un’alba di pace” ha scritto un messaggio, Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace

“Carissimi, ci sono gesti che fanno schifo e altri che ci nobilitano. Quello che avete deciso di fare a cento anni dall’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale parla di una bella scuola fatta di insegnanti e studenti che ci credono. Una scuola delle opportunità, aperta alla comunità, impegnata in percorsi di cittadinanza e di pace. Siatene orgogliosi come lo sono io. In un tempo così difficile e preoccupante, il vostro gesto di pace è innanzitutto un’assunzione di responsabilità. Coltivare il ricordo di quanto è dolorosamente accaduto cento anni fa è un modo per scavare nella storia e impararne le lezioni più importanti. Noi che abbiamo avuto il privilegio di non conoscere direttamente gli orrori della guerra non possiamo ignorare quello che sta accadendo in tante, troppe, parti del mondo anche vicine a casa nostra. E men che meno possiamo illuderci di aggiungere guerra alla guerra, come se l’una potesse mettere fine all’altra. Trascorso un secolo da quello che doveva essere il “maggio radioso” dobbiamo riconoscere che è venuto il tempo di cambiare strada, di rinunciare alla violenza e di scegliere la via della cooperazione, dell’aiuto reciproco, della solidarietà e della giustizia. L’anno scorso alla Marcia Perugia Assisi, un mese fa nelle trincee della grande guerra e oggi a Recanati gettiamo le basi per un cambiamento storico sempre più urgente. Senza retorica, con umiltà e determinazione. Fraternamente”.

A Potenza Picena e Porto Recanati il cannoneggiamento di un incrociatore e due torpediniere di scorta si svolse in due fasi: alle 3.00 antimeridiane, poi ripreso alle 4.40. Furono bersagliati soprattutto i ponti della Via Aprutina e della strada ferrata presso le foci del Potenza. La seconda fase fu più violenta: venne danneggiato il ponte sulla strada ferrata, ma non al punto da impedire totalmente il transito dei convogli. Il ponte non subì, infatti, troppi danni perché “protetto” dall’altro, tanto che il traffico ferroviario poté riprendere già alle 9.00 del mattino seguente. Il casello ferroviario venne invece distrutto con un bilancio di sei morti, tre feriti gravi e altri leggeri. Alle 5.00 le navi nemiche si allontanarono.