PORTO RECANATI – Dopo un vero boom iniziale il gruppo “Illegalia” (verso i 450 iscritti), nato per perseguire obiettivi di legalità e sicurezza sul territorio, attraverso l'attiva partecipazione dei cittadini, dopo alcuni forti polemiche sulla base di alcuni commenti postati sul profilo, ha cambiato assetto e da Gruppo Aperto e diventato Gruppo Chiuso (accessibile però come sin dalle origini alle forze di polizia per l’acquisizione delle segnalazioni da parte dei cittadini).illegalia

L'idea fondante iniziale era “pubblicate, mantenendo contegno e riservatezza materiale importante che riguarda problemi di legalità e sicurezza dei vostri territori, dei vostri paesi. Informate, in questa vetrina pubblica, tutti quanti in merito a situazioni problematiche, irrisolte, sospese e pericolose dei vostri ambiti. Nessuna colorazione politica anzi partitica. Informazione. Informazione che nessuno potrà, dopo averla assorbita, dire Non lo sapevo. Né i cittadini né i garanti della sicurezza e della vivibilità dei cittadini stessi. Informazione e proposte serie, fattibili per risolvere”.

Lo spirito rimane lo stesso ma da parte dei moderatori è stata rilevata una uscita dalle righe in alcuni commenti e questo ha imposto una correzione di rotta solo sul modus di frequentazione del social.

Social dunque  che è permanentemente attivo nell’osservazione di cosa accada sul territorio. Nelle ultime ore postate immagini inerenti lo scopo del gruppo: siringhe abbandonate senza tappo di sicurezza in zona River/ponte di le legno (questo con parte del tavolato che sta cedendo), un camioncino che scarica detriti etc. .

L’immagine che sta emergendo da Facebook in questo ultimo periodo di Porto Recanati non piace però a Rosalba Ubaldi, ex sindaco che considera le negatività locali le stesse che si trovano in altre città, con la diversità che qui ci siano fenomeni di enfatizzazione che producono effetti deleteri.

Ed alle pagine del suo profilo affida una riflessione su chi vuole il male della città.Ubaldi f 2

“Facebook è sicuramente un social che aiuta a ritrovarsi senza incontrarsi, a condividere eventi e scambiarsi opinioni –scrive l’ex primo cittadino-. A parte il fatto che è sicuramente sintomo di un grande individualismo incapace di confrontarsi nel rapporto diretto che resta e resterà sempre l'obiettivo da perseguire, non possono essere disconosciuti gli effetti collaterali. Tutto ciò che si scrive va ben oltre le persone che si intendono raggiungere e varca i confini della nostra città e regione. Spero che tutti quelli che riferiscono o enfatizzano cose negative che avvengono quì come in ogni altra città non se ne siano resi conto, altrimenti debbo dedurne che scientemente vogliano il male di Porto Recanati. Chi è a conoscenza di fatti negativi o ha sospetti più o meno fondati di comportamenti malavitosi, deve rivolgersi alle forze dell'ordine o alle autorità locali per denunciarli e per far effettuare i dovuti controlli. Ma io non sopporto più che da queste pagine si persegua quotidianamente il male di Porto Recanati, prima perchè la città è migliore di quello che qualcuno la vuol far apparire (mal nascondendo obiettivi poco nobili), secondo, ma a pari merito, perchè in questa città tantissimi vivono di turismo e tantissimi hanno investito nella città e nel turismo. A voce l'ho ripetuto milioni di volte e mai nessuno potrà dire che io abbia postato un commento che potesse sollecitare un giudizio negativo sulla città. Questo non significa non dire o non sollecitare problemi ed interventi ma questa non è - a mio parere - la sede giusta per farlo. Poichè però non potrò mai debellare gli spiriti esibizionistici di alcuni che possono produrre effetti deleteri all'immagine della città, l'unica cosa che posso fare è cancellare tutti coloro, singoli o in gruppo, che direttamente o indirettamente si esprimano nella direzione di fare il male della città. Il mio profilo non si presterà più ad essere cassa di risonanza per chi non ha - in questo senso - la mia stima. Grazie e mi scuso se tra i cancellati potranno finire anche persone alle quali voglio bene ma che di sicuro non me ne vogliono”.