PORTO RECANATI - Nel 184 a.C. i triumviri Quinto Fulvio Nobiliore, Quinto Labeone e Fulvio Flacco stabiliscono provvedere alla difesa delle coste adriatiche assegnando ai legionari che hanno combattuto nelle guerre Puniche i territori dell’agro piceno sulla riva sinistra del fiume Flosis (l’odierno Potenza) e quelli dell’agro gallico a nord del fiume Aesis (Esino).DSC0011 legionari montaggio definitivo

Nascono così le colonie romane di Potentia (Porto Recanati) e Pisaurum (Pesaro) che lo storico Plinio il Vecchio descrive come “città marittime”.
Tra gli assegnatari dei terreni piceni c’è il poeta Quinto Ennio, salentino di origine, che, con le terre, ottiene quindi la cittadinanza romana da uno dei due figli del console Marco Fulvio Nobiliore cui aveva dedicato una tragedia come conquistatore di Ambracia (Etolia).

Quinto Fulvio Nobiliore è noto anche perché, in occasione della sua elezione a console, il capodanno venne fissato il primo gennaio. Nel precedente calendario lunare cadeva alle Idi (il 15) di marzo.

Tra gli uomini di cultura legati alla storia di Potentia c’è il Poeta Quinto Ennio (269 a.C. – 169 a.C), considerato trai padri della letteratura latina. All’origine salentina deve la singolare capacità di mediazione tra le culture greca, romana e osca sintetizzate nella sua opera più importante, gli Annales. Narrano a la storia di Roma dalle origini al 171 a.C. e rappresentano il poema nazionale prima che fosse composta L’Eneide.

984Tra gli eventi narrati quelli della Guerre Puniche, ovvero quelle tra Roma e Cartagine. È in seguito all’assegnazione di terre ai legionari che vi avevano combattuto che nasce Potentia.

Il poeta era stato tra quelli che combatterono la seconda in Sardegna dove conobbe Catone il censore che lo portò con sé a Roma. Protetto di Scipione L’Africano, entrò in contatto con Marco Fulvio Nobiliore, padre del fondatore di Potentia, Quinto Fulvio Nobiliore. Questi, divenuto triumviro nel 184 a.C, in occasione della fondazione della colonia di Potentia concesse al poeta appezzamenti di terreno e la cittadinanza romana.

Sono in molte le fonti letterarie e scientifiche che testimoniano della colonia romana di Potentia
Lo storico romano Tito Livio racconta come, dieci anni dopo la fondazione, nel 174 a.C., Fulvio flacco costruisse il Foro con i portici, le botteghe, l’acquedotto, le cloache, archi e mura nonché il tempio di Giove Capitolino.
Marco Tullio Cicerone invece ricorda come nel 56 a.C. Potentia subì gli effetti di un devastante terremoto che la costrinse ad un periodo di declino, ma non di abbandono. Il periodo imperiale sarà il più importante per la città che vedrà ristrutturato il portico intorno al tempio e la costruzione del mercato coperto a nord, oltre a numerose altre opere.
Altre fonti gli scritti dello storico Plino, dei geografi e storici Pomponio Mela e Strabone, e dell’astronomo Tolomeo che ne segnala latitudine (37°4”) e latitudine (43°3”).

Il territorio individuato per la fondazione di Potentia si estendeva per circa 90 miglia quadrate tra il torrente Misius (Asola, poco più a sud di Potenza Picena, odierno confine con Civitanova Marche), il Misco (vecchio corso del Musone, poco più a nord dell’abitato di Porto Recanati) e l’Abbazia di San Firmano.13246033 10208472694087372 2107681479 n 688x230
Non si hanno notizie su quanti fossero i coloni all’origine. Lo storico Tito Livio riferisce che ad ogni colono venivano assegnati 6 jugeri (1,5 ettari), pertanto gli esperti ipotizzano che si trattasse di circa 2000 coloni. Per meglio comprendere l’importante valore storico basta considerare che Bologna e Aquileia ne contavano alla fondazione 3000, Modena, Parma e Luni 2000.

Oggi l’estensione dell’area urbana di Potentia è stabilita dalla lettura aerofotogrammetrica della cinta muraria. Il cardo (ovvero l’asse Nord-Sud) misura 540 metri, il decumano (l’asse Est-Ovest) 300 metri per un’estensione complessiva di 16 ettari. A questi devono aggiungersi le Necropoli.
Quella in località Pineta è stata scoperta nel corso degli scavi della Soprintendenza diretti dalla dott. Liliana Mercando tra il 1962 2 il 1965 e conta oltre 380 tombe che testimoniano di come tra il II secolo a.C. e il IV secolo d.C. la pratica della inumazione fosse preferita a quella della cremazione. Lo confermano la necropoli nord, sviluppata sul prolungamento del cardo maximus urbano, e la necropoli ovest che si trova sul prolungamento del decumano. Scoperte tra il 2003 e 2004 hanno restituito, oltre ad altre 36 sepolture, anche monumenti funerari e strutture connesse ai rituali.

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