PORTO RECANATI – Fra poco sarà assegnata la gestione della Pinacoteca “A. Moroni” e l’aggiudicatario dovrà anche valorizzare il patrimonio legato alla storia cittadina promovendo degli eventi.
Un “tesoretto” proprio in questi giorni è stato acquisito per donazione ed è legato ad alcuni cimeli appartenuti a Beniamino Gigli o collegati alla sua presenza in città.
Intorno a queste piccole testimonianze andrà sicuramente nel tempo allestito uno spazio dedciato al tenore recanatese
Da tempo risultavano giacenti presso gli uffici comunali alcuni oggetti rinvenuti all'interno del Castello Svevo e presumibilmente appartenuti proprio all’artista lirico, cittadino onorario di Porto Recanati.
Ai primi di gennaio, Beniamino Gigli, nipote omonimo del tenore ha comunicato al Sindaco di Porto Recanati la volontà della famiglia Gigli, composta dallo stesso e dai Sigg.ri Massimo Gigli, Ester Capuano, Sabina Lorenzelli, Fabrizio Lorenzelli, di donare gli oggetti presumibilmente risalenti alla fine degli anni '50.
Gli oggetti sono stati esposti in una teca, in occasione della serata denominata appunto "la valigia del tenore" mentre l'abito posto su un manichino tra due abiti di scena originali messi a disposizione del Museo Gigli di Recanati per l'occasione.
Si tratta di una valigia rigida di scena recanate però l'etichetta di destinazione e proprietà (Gigli), un gilet e frac di colore nero )potrebbe essere quello indossato durante il concerto in Arena, foto sotto), 2 cartoline autografe inviate alla fam Banchi Porto Recanati (Banchi era il maggiordomo di Villa Gigli sulla collina), 2 volumi contenenti partiture delle opere "Risurrezione" di F. Alfano ed. Ricordi e "Paulus", 4 foto ft 30 x 40 cm (sono immagini scattate a Villa Gigli), alcune radiografie della fam. Banchi, 1 copia della rivista "La domenica del corriere” (questa però susseguente la morte di Gigli).
In confronto al Museo Gigli di Recanati, cimeli “marginali” ma che pur testimoniano del rapporto di Gigli con Porto Recanati che conserva anche diverse immagini dei concerti in Arena o della sua frequentazioni in riviera. Nell’insieme però materiale sufficiente per allestire un angolo della memoria gigliana.
