PORTO RECANATI – Dopo il recente incontro in Regione al cui tavolo di trattativa la proprietà ha confermato la decisione di mettere in mobilità 69 dipendenti della sede porto recanatese, arriva la reazione delle forze sindacali che di concerto con la RSU, dopo l’assemblea sindacale di questa sera, hanno proclamato uno stato di agitazione articolato fino al 7 marzo, gionro in cui ci sarà un ulteriore incontro tra le parti.

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“Volonta/Incapacità per un futuro fatto di licenziamenti –scrivono le OO.SS.- Il 27 febbraio si è svolto il secondo incontro presso la Confindustria di Ancona per discutere della procedura di mobilità avviata dall’azienda, che prevede 69 esuberi su un totale di 175 lavoratori. Come nel primo incontro del 17 febbraio le OO.SS. e la RSU hanno espresso contrarietà al provvedimento considerandolo irricevibile e avanzando proposte diverse che tengono conto dell’’occupazione e il futuro del sito produttivo. L’azienda a distanza di giorni non ha voluto/saputo cogliere l’importanza delle proposte dei lavoratori e delle OO.SS.. L’assemblea di oggi ha proclamato lo stato di agitazione con le seguenti modalità di lotta: sciopero degli straordinari, sciopero di 8 ore giovedì 2 marzo con presidio ai cancelli, un’ora di sciopero a fine turno dal 1 marzo fino al 6 marzo, ulteriore sciopero di 8 ore per martedì 7 marzo, data del nuovo incontro in Confindustria, con presidio presso quella sede. Lavoratori, RSI ed OO.SS: si riservano altre iniziative di lotta dopo l’incontro”.

Secondo le forze sindacali la crisi della GI&E è anomala: azienda in difficoltà da tempo ma in presenza di commesse visto che viene richiesto al personale di fare straordinario.

Altro aspetto che preoccupa le OO.SS. è il costante rinvio della presentazione da parte della proprietà del piano industriale di rilancio, un ritardo che secondo i sindacati cela una manovra che porta alla esternalizzazione delle produzioni