PORTO RECANATI – Di certo a palazzo Volpini la richiesta di riaprire il procedimento per una variante urbanistica che consenta sulla collina del Burchio destinare un’area di quella zona a sede di strutture turistico alberghiere (un documento di ben 80 pagine), è arrivata.

Un resort a 5 stelle superiore, dotato di strutture congressuali, aree sportive, un parco archeologico, valorizzazione della chiesa del Burchio con annessa casa possibile museo dei reperti, un villaggio turistico di alto livello. In pratica quello originariamente previsto ma con qualche riduzione in cubatura e superficie come vedremo in seguito.

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Altra certezza è che la giunta ha deliberato il Piano Triennale delle Opere Pubbliche indicando quali risorse utilizzare, segno che gli uffici stanno completando la predisposizione del bilancio 2017.

Entro il mese di marzo è prevista una seduta del consiglio comunale (impensabile i due punti insieme) e l’ordine del giorno lo detterà quell’ufficio che per primo avrà predisposto gli atti da portare in esame.

Buone pratiche amministrative conducono a pensare che si arrivi prima a dotarsi del bilancio di previsione entro marzo anche perché la documentazione sul Burchio, non meno corposa da studiare di una previsione economica, è stata consegnata ai consiglieri comunali, ed era stato garantito dal sindaco durante una seduta del consiglio, da appena una settimana.

Non è che le forze di opposizione abbiano perso tempo visto che l’altra sera si sono riunite nella zona industriale di Santa Maria in Potenza, in quel capannone industriale che dai tempi del pre-Montali ospitò vertici su aspetti importanti della vita politica cittadina.

Su Facebook sono uscite anche simpatiche affermazioni come quella di UPP (a parte riferiamo di una sua presa di posizione) che parla di supposta in due dosi servita agli oppositori, un cittadino “vede” positivamente la cosa perché il villaggio potrà ospitare i residenti dell’Hotel House che verrà così abbattuto, e via dicendo con, da segnalare, una sarcastica battuta della Ubaldi che, riferendosi al “vertice del capannone”, si chiede se sarà servita .... insalata russa.

Sul Burchio è noto che il TAR ha dato ragione alla Coneroblu circa la sua legittimità a edificare, il Consiglio di Stato ha invece accolto le tesi dell’allora amministrazione Montali e bocciato il progetto. La Coneroblu non ha rinunciato e posto le condizioni per una revocazione di fronte alla Cassazione.

Di acqua sotto i ponti ne è passata: la giunta Montali, ferma avversaria del progetto, è caduta, è arrivato il commissario straordinario, ci sono state le elezioni e nella giunta Mozzicafreddo appena eletta, Rosalba Ubalda, cioè colei che più di tutti sul Burchio si era battuta.

In campagna elettorale non una sillaba sul Burchio ma nel programma elettorale generiche affermazioni di interesse per quanti avessero avuto intenzione di investire sul turismo a Porto Recanati.

E non era un mistero che il Burchio sarebbe tornato in auge come è stato pochi giorni fa con il deposito della richiesta di variante.

Grosso modo volumetrie ridotte ed area compresa nel Piano Assetto Idrogeologico, per il momento sub judice.

Una edificabilità di 47 mila 305 metri cubi (di cui 8 mila già edificati) su 100 mila 147 metri cubi edificabili. In base alla legge regionale 22/2011 sarà possibile trasformare in aree agricole 163 mila 115 metri quadrati di terreno già edificabili nel piano regolatore. La nuova variante prevede la possibilità di trasportare da una zona all’altra 161mila metri quadrati (2024 metri in meno rispetto a quelli iniziali) di cui 91 mila 528 metri cubi edificabili. A questi si aggiungerebbero 8619,47 metri cubi già edificati con fabbricati che andrebbero demoliti. Un totale di 100 mila 147 metri cubi su cui si potrà costruire.

La variante teorica complessiva iniziale prevedeva una edificabilità per 78 mila 740 metri cubi. A questi vanno sottratti 31 mila 436 metri cubi perimetrali dal Pai considerati zona non edificabile e sui quali il comune e la Coneroblu hanno presentato delle osservazioni. Qualora venisse confermata la categoria R2 questo non preclude ad un’adozione di una seconda variante preceduta da opere che mettano in sicurezza il versante.

In pratica rimangono disponibili 47 mila 305 metri cubi sui quali la Coneroblu ha chiesto la variante per la realizzazione del resort.

Variante che prende in considerazione quanto rilevato dal Consiglio di Stato in sede di bocciatura.