Riconfermata la perfetta organizzazione dell’Associazione Ciclistica Recanati, specialmente attraverso l’impegno sempre generoso di Giuseppe Montenovo, che ha permesso a 28 amanti delle due ruote di vivere emozioni straordinarie sulle storiche, micidiali salite dello Stelvio e del Bernina.

La tre giorni a Bormio del 17-19 giugno ha coinvolto 70 persone in tutto tra ciclisti, familiari e organizzatori: un gruppo affiatato e sempre pronto a condividere i valori dell’amicizia, dello sport non competitivo, della contemplazione delle bellezze naturali. Stavolta hanno affrontato salite fantastiche che toglierebbero il fiato a un’aquila, erte strade che s’inerpicano senza misericordia fino a desolati deserti di rupi e ghiacci, remote cime nerastre tra le nubi, bianche luci che filtrando fanno intravedere paesaggi mozzafiato.

Certo rimarrà nel ricordo di tutti quel venerdì 17 pomeriggio, la salita allo Stelvio (22 km fino a 2758 metri s.l.m.): decine e decine di vertiginosi tornanti sotto una terribile tormenta di neve, con tanto di fulmini e tuoni, e poi la discesa nel gelo, di cui qualcuno narrerà aver vissuto veri e propri miracoli.

Decisamente migliori le condizioni meteo del giorno successivo, quando il gruppo ha affrontato un anello di 130 km tra le maestose cime delle Alpi Retiche, per un totale di 3200 metri di dislivello: Bormio, Tirano, Passo del Bernina, Forcella di Livigno, Livigno, Passo Eiera, Passo di Foscagno, Bormio (ma 170 km e 4500 metri di dislivello per il gruppetto che ci ha raggiunto, tanto per non farsi mancare niente, la mitica salita del Mortirolo – che solo a pronunciare il nome fa paura – che è stata e sarà campo di battaglia dei grandi campioni, col monumento a Pantani).

Sono le strade della leggenda.

Il 21 e 22 maggio scorsi la stessa organizzazione aveva portato un gruppo di 50 persone sul Pordoi, per il tappone dolomitico del Giro d’Italia, anche per sostenere con urla d’incitamento il “nostro” Riccardo Stacchiotti. Ma l’estate è appena iniziata, così il 16 e 17 luglio è già in programma un ciclopellegrinaggio che condurrà più di 30 amatori da Recanati a Firenze (300 km) per ripercorrere le stesse strade che videro il coraggio e la fede operosa di Gino Bartali, quando più volte, durante l’occupazione nazista, il Grande Campione – nello sport come nella vita – portava nascosti nella bici da Firenze ad Assisi documenti di ebrei e perseguitati che riuscì così a salvare dai campi di sterminio. Vicenda venuta alla luce solo recentemente anche per l’assoluta ritrosia a parlarne dello stesso Bartali, che diceva: “le buone azioni si fanno e basta”.

La bicicletta è stata e resterà strumento di grandi avventure, prima ancora che sportive, autenticamente umane. E questo l’Associazione Ciclistica Recanati vuole continuare a vivere e proporre.

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