BasketRecanati1AMBALT Recanati 73

assiAssigeco Piacenza 91

(13-24; 21-26; 19-18; 20-23)

Basket Recanati: Reynolds 14, Bader 20, Marini 2, Pierini 2, Loschi 19, Bolpin 2, Andrenacci, Sorrentino 9, Fossati, Maspero 5, Spizzichini, Renna. All. Calvani

Piacenza: De Nicolao 3, Costa , Jones 28, Raspino 9, Infante 8, Persico, Rossato 7, Dincic, Hasbrouck 19, Borsato 17. All. Andreazza

arbitri: Giovannetti (Terni), D'Amato (Roma), Salustri (Roma)

 

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Che ci fa Jones in A2? Se lo chiedono i giocatori di Recanati che non sono riusciti a fermare il coloured piacentino forre di uno stratosferico 37 di valutazione e con 28 punti nel carniere. nas ono tanti altri gli interrogativi che la difesa leopardiana si dovrà porre per non aver saputo mai arginare con efficacia un pò tutto il roster opsite che per lunghi tratti ha disposto sin troppo a proprio piacimento del parquet del PalaRossini.
Se la difesa si interroga, anche l'attacco di Recanati deve fare una lunga riflessione visti gli improbabili attacchi da cui sono scaturite più palle rapidamente tramutate in offensive dagli ospiti.
Insomma un Assigeco che si è rivelata formazione tosta e da una A2 "alta" e di contro un'Ambalt se non "molle" come quella di Udine, diciamo ancora con gli spettri di quel 20-0 in 3' che aleggiavano nelle teste dei giovcatori che oggi erano chiamati a fare risultato davanti al pubblico amico.
Tra l'altro appena 1100 spettatori, altro dato su cui ragionare, e con il pubblico che scemava già a 4' dalla fine deluso dalla prestazione dei gialloblù.
Non ha mai fatto mancare il proprio calore la Brigata Leopardiana, ma anche in questo settore qualche mal di pancia c'è stato.
Alle viste ora un trittico terribile dopo tre sconfitte in serie: trasferte a Ravenna e Verona, si ritorna in casa solo il 13 novembre contro Roseto.
Per Calvani intanto si profila una settimana di durissimo lavoro perchè di errori da correggere il taccuino del coach romano è strapieno.
Ma soprattutto occorrerà rimotivare la squadra che per larghi tratti è apparsa fin troppo distaccata, non è emersa quella che a Recanati chiamano "tigna", ovvero la grinta e il cuore oltre l'ostacolo. Quello che serviva contro l'intensità e l'organizzazione di gioco piacentina.
Lo starting five di Piacenza: De Nicolao, Jones, Raspino, Infante, Hasbrouck. Per Recanati Reynolds, Bader, Pierini, Loschi, Bolpin.
La cronaca vede Recanati sempre inseguire sin dall'inizio con Piacenza che traccia solchi sempre più ampi che la formazione di casa non riesce mai a colmare. Si sprofonda anche a -21, ma c'è una reazione di Recanati, fino anche al -10, che illude. Piacenza martella sempre con efficacia non appena Recanati mette la testa fuori dell'acqua.
Per Recanati da evidenziare l'innesto di Bader con un maggiore minuitaggio rispetto ad Udine ed una prestazione da 20 punti per un 20 di valutazione. Loschi sulla sponda leopardiana il migliore con 23 di valutazione.
Già detto dello stellare Jones, per Piacenza Borsato ed Hasbrouck a mettere in ambasce la retroguardia recanatese.
Con il calendario che attende Recanati la vediamo durissima se non ci sarà un cambio di tendenza radicale.
Calvani alla vigilia della stagione, calendario in mano, aveva detto che servivano sei giornate per capire i valori del campionato. A Recanati dopo 4 è già allarme però.

Marco Calvani: "Sapevamo benissimo che la squadra avversaria avrebbe aggredito, ma non siamo riusciti a rispondere. Dobbiamo capire che non si vince solo con la tecnica e gli schemi, ma soprattutto con le energie, che ora come ora, a mia sorpresa, mancano. L’esperienza di Udine non è evidentemente bastata, e neppure quelle nel precampionato con Chieti e Rieti. Nei primi giorni della settimana i segnali erano stati positivi, ma evidentemente i segnali non sono bastati. Sicuramente non è stato semplice fare tre gare con uno straniero in meno, dato che abbiamo dovuto nuovamente rivedere gli equilibri per trovare un nuovo assetto. La soluzione comunque è solo il lavoro in palestra. Non mi sarei mai aspettato sinceramente di trovarmi di fronte al problema dell’aggressività, visto anche che non sono considerato un coach che lavora molto sulla difesa, ne sono sorpreso".