Per questa mattina era fissato l’interrogatorio di garanzia per Massimo Beccacece, il commerciante 51enne, finito a Montacuto  con la grave accusa di pedofilia. Oggi, giornata di mercato a Recanati, molti si sono soffermati davanti le saracinesce abbassate di Fish Eye, il negozio di caccia e pesca gestito dall’uomo. Disparati i commenti, critici m anche incentrati sull’incredulità.

Nega però dal carcere attraverso i suoi legali ogni addebito il Beccacece. «Non l’ho toccato, non l’ho violentato, né ho girato filmini».

I suoi difensori, Gabriele Cofanelli e Carlo Piangiarelli, gli hanno fatto visita in carcere, a Montacuto. Beccacece, incensurato e persona molto conosciuta a Recanti per la sua attività legata alla pesca, è apparso provato, il volto segnato dalla notte in carcere. Ma lui ha continuato a negare le accuse che vengano dal ragazzino di 12 anni.

«Conosco bene la sua famiglia -ha detto- siamo in buoni rapporti, ma io non ho fatto nulla».

Queste dichiaraziono però cozzano con l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Enrico Pannaggi dove si descrive Beccacece come persona «socialmente pericolosa», che deve stare in carcere per il pericolo di commettere altri delitti simili e per il pericolo di distruzione delle prove (filmini e foto) e di intimidazione del giovane teste come avrebbe già fatto.