MONTELUPONE - Appena ieri mattina il presidio delle maestranze davanti i cancelli della fabbrica con quel grido di rabbia "abbiamo fame" per i ritardi nella copertura della CIGS dal primo gennaio.

Una cassa integrazione che ora diventa difficile ottenere (c'era un accordo da dicembre 2017 tra le parti per almeno sei mesi del 2018) in quanto il giudice fallimentare ha rigettato la richiesta di concordato avanzata da Certina e Fimag, rispettivamente detentrici dell'80% e del 20% della proprieta.

Il giudice fallimentare ha ravvisato l'insussustenza delle condizioni per far ripartire la produzione e ha dichiarato il fallimento di un marchio che per anni ha rappresentato nel comparto arredo bagno uno dei più prestigiosi brand mondiali.

Nelle prossime ore le OO.SS. chiameranno a raccolta le maestranze per fare il punto della situazione soprattutto per capire come garantire il rispetto di quell'impegno, assunto a dicembre in sede di tavolo di trattativa con le istituzioni, di una cassa integrazione almeno fino a giungo 2018.

Il Ministero del Lavoro in questi mesi non ha emanato i decreti e la sentenza del Tribunale di Macerata non aiuta certamente a fornire un minino di sussistenza a quelle famiglie monoreddito che usciva dal lavoro alla Teuco.