MONTEFANO/RECANATI - Esce, venerdì 8 novembre, “I Sambene cantano De André. Di signori distratti, blasfemi e spose bambine” (IRD International Record Distribution), nuovo album del gruppo folk marchigiano che vede la luce ad un anno appena dall’uscita del primo disco di inediti prodotto da Michele Gazich, "Sentieri partigiani. Tra Marche e memoria".

L'album sarà presentato in prima nazionale sabato 9 novembre, alle ore 21,15 al Teatro La Rondinella di Montefano.

L'introduzione sarà curata dal critico musicale Elisabetta Malantrucco. Special guest: Franco D'Aniello dei Modena City Ramblers ed il coro di bambini ArsLive, diretto da Lucia Brandoni.73290527 2826077497403566 8778927158912352256 n

Si tratta di un disco nato all'interno dell’Accademia dei Cantautori di Recanati, diretta da Lucia Brandoni, ed è un omaggio – nel ventennale della sua scomparsa – al cantautore che più ha influenzato la formazione dell’ensemble.

Come nel primo album resta intatta la forte cifra folk che ha fin da subito caratterizzato i Sambene: la centralità delle tre voci (Roberta Sforza, Veronica Vivani, Marco Sonaglia) e l’utilizzo di pochi strumenti acustici (la chitarra di Marco Sonaglia, coadiuvata dalla fisarmonica di Emanuele Storti e, per l’occasione, dal violino di Claudio Merico). Alcuni ospiti impreziosiscono il progetto. Sono Alessandro D’Alessandro all’organetto e due membri, attuali o passati, dei Modena City Ramblers, Franco D’Aniello ai flauti e Lucio Gaetani alle corde.

Il disco è diviso in tre capitoli: il primo dedicato all’amore (‘Di signori distratti’), il secondo alla spiritualità (‘di blasfemi’) ed infine il terzo sulle tematiche socio-politiche (‘di spose bambine’), che sono quelle più care ai Sambene e che tornano anche nella bonus track del cd, dove per l’occasione il gruppo è affiancato da un coro di bambine e bambini.

Ad orientare la scelta dei brani anche l'ulteriore intento di evidenziare le varie collaborazioni illustri, come quelle con Massimo Bubola e Ivano Fossati, che, nel corso degli anni, hanno arricchito la produzione di De André.

Il booklet dell'album ospita una presentazione firmata da Alessio Lega, cantautore e studioso di canzone d’autore, che sottolinea come “Oggi dire che De André piace, che è il proprio artista preferito porta consenso, sicché dice di amarlo persino chi costruisce carriere e potere su politiche agli antipodi di quella poesia intrisa di passione per la libertà e disprezzo del razzismo. Forse per questo si suona De André con arrangiamenti ricchissimi, lo si “vocalizza” in tutte le salse, ma lo si comprende poco. Resta lì, nel museo del bel canto che fu”. Proprio per questo, sottolinea Lega, “c’è bisogno di tornare a cantare un De André più umano, un De André anarchico, un De André narratore”.

Proprio in questo senso va il lavoro dei Sambene. “Il loro precedente disco - quello d’esordio, il premiato “Sentieri partigiani” - era centrato su storie della lotta di liberazione. Questo attuale – scrive Lega - ne è una ideale continuazione, perché attraverso le storie di De André - libertario ed individualista - traccia la geografia di un paesaggio umano che resiste all’inquinamento di ogni ideale collettivo. Se le scelte di arrangiamento, sobrie e cesellate, pongono queste storie in un contesto favolistico, quasi fuori dal tempo, ecco l’intreccio delle voci, il calco di parole che ritrovano tutta la loro importanza. Più che celebrare l’arte del poeta e del musicista, mi sembra che in questo disco emerga il narratore De André, l’antropologo della libertà e dell’irripetibilità dell’esperienza umana. Proprio quello di cui abbiamo più bisogno”.

Anche per ‘I Sambene cantano De André. Di signori distratti, blasfemi e spose bambine’, il gruppo ha realizzato una partecipata campagna crowdfunding su Musicraiser.