PORTO RECANATI – Nel marzo scorso, in un quadro già denso di timori per i livelli occupazionali, era partita una lettera di licenziamento a carico di un dipendente della GI&E.
Primo campanello di allarme per una vertenza complessa e che aveva come punto di arrivo il 30 aprile, data in cui finiva la cassa integrazione e non si profilava all’orizzonte un piano di rilancio.
Una questione che si è trascinata per troppo tempo e che questa mattina è sfociata, quando una sessantina di dipendenti si sono presentati in azienda, avendo finito il periodo di CIGS, per riprendere le attività.
In portineria è stata notificata una comunicazione con la quale la proprietà li poneva in ferie o a riposo sfruttando anche giornate di permesso.
Solo che di ferie e permessi si tratta di “spiccioli” di giornate e che nella realtà dal giorno immediatamente dopo le maestranze sono prive di ammortizzatori sociali.
Subito si sono mobilitate CGIL e CISL , con Cesca a Gravina davanti i cancelli a pianificare la risposta delle OO.SS.
Esaurita la CIGS e le ferie, per l’azienda il passo successivo sarebbe la messa in mobilità di 60 unità.
Domani incontro in Confindustria.
Per ascoltare i due sindacalisti, clicca sullo start della barra sottostante.
Scongiurare il fallimento se secondo le OO.SS. non è una ipotesi peregrina.
Ma si fa sempre più difficile la situazione alla GI&E dopo lo scioglimento e la messa in liquidazione della società e l’affitto del ramo d’azienda, del reparto OFFI2, alla Glf Turbine.