di Gioacchino di Martino

PORTO RECANATI - Nella giornata di ieri, domenica 16 settembre 2018, la città di Porto Recanati è balzata agli onori della cronaca nazionale, e non certo nelle pagine di cronaca rosa, per la visita del Ministro Salvini ad un palazzo/quartiere che, a torto o a ragione, occupa un posto di rilievo nella classifica dei ghetti nazionali.

A fare da contorno all’illustre ospite, causa la specificità ed il motivo della visita, i vertici provinciali dell’ordine pubblico.salviesc

Con fascia tricolore, rapidamente messa da parte, il Sindaco eletto della città accompagnato dalla leader del gruppo Insieme alla Gente, in questo caso nella sua veste di vice sindaco, in quanto ha sostituito il titolare della funzione che, forse per impegni precedenti, non ha accompagnato il signor Ministro sul terrazzo dell’edificio.

Assenti i rappresentanti delle altre forze politiche, presenti in consiglio comunale, perché, pare non invitati.

Analoga cosa si era verificata già con la visita del Presidente Mattarella. Evidentemente da Palazzo Volpini si ritiene di non mettere in imbarazzo i rappresentanti della minoranza con i problemi di protocollo (sic!).

Il risultato della visita è stato, stante almeno a quanto si legge dal sito ufficiale del Sindaco Informa, assolutamente risolutivo.

Il Ministro ha espresso l’intenzione di intervenire dopo aver ulteriormente esaminato la situazione con le figure preposte. Allo stato (senza cioè aver fatto analizzare la situazione) le soluzioni possibili sembrano essere due: o un risanamento serio e complessivo o l’abbattimento nella salvaguardia dei diritti acquisiti.

La Sibilla cumana non sarebbe potuta essere più esplicita! Il sindaco eletto, però, ha condiviso il pensiero espresso dal Ministro. Classico esempio del detto: aprire bocca e darle fiato!

E, per non essere iscritto tra coloro che pregiudizialmente sono contro l’opera fattiva ed intelligente che l’attuale giunta comunale sta svolgendo nei confronti della città, basta ricordare i tanti niet opposti alle richieste delle opposizioni di discutere in Consiglio il problema Hotel House.

Forse, e ribadisco forse, si sarebbe potuti essere un po’ più avanti dal dover condividere il nulla, pur di essere sulla passerella delle vanità.