Nota del PD

PORTO RECANATI - Noi partiamo dal presupposto che cifre e dati del sistema di bilancio sono affidabili, e che la parte tecnico-finanziaria applica sempre i canoni legali e i principi contabili.

Ne consegue che le scelte tra le varie opzioni amministrative possibili sono dettate dal governo politico. Ad esso sono rivolte le nostre osservazioni e critiche.

La responsabile finanziaria, per la parte di sua competenza, mette a disposizione di tutti cifre e dati. Noi li leggiamo, li confrontiamo con i precedenti e li analizziamo:

affermiamo quello che tutto il “Sistema di bilancio” dice con numeri e cifre, dal preventivo fino al rendiconto, confrontandoli con quelli passati e con la previsione2019.

Il termine “default” è stato utilizzato dall’assessore al bilancio, durante il dibattito consiliare, nella seduta del 30 aprile u.s. riguardante il “Rendiconto 2018”, per rispondere alle osservazioni fatte dal Capogruppo di “Città mia” che non aveva assolutamente usato questo termine (la registrazione è disponibile).

Evidentemente, tra le argomentazioni di Michele Bianchi, c’e stato qualcosa che ha sollecitato, nelle elaborazioni mentali dell’assessore, il meccanismo di associazione con il termine “default”.

Diamo significato al termine “default”.

In informatica: scelta operativa elaborata automaticamente da un sistema informatico in assenza di istruzioni da parte dell'utente.

In economia: l'incapacità patrimoniale di un debitore di soddisfare le proprie obbligazioni.stock photo stamp default in red over white background 278165597 Small

Che cosa aveva osservato il capogruppo di “Città mia” nel suo intervento in Consiglio Comunale? Esponiamo una sintesi tratta dalla registrazione dell’intervento.
Il 2018 chiude con un risultato di amministrazione complessivo (avanzo) che ammonta a 6.723.211,40 Euro.

È composto di una parte accantonata e/o vincolata per 6.516.543,69 Euro, cioè che in pratica non si può usare, e una disponibile che ammonta a 206.667,71 Euro.

Significa che l’11,7% di quello che i contribuenti hanno pagato realmente in questi ultimi quattro anni (riscossioni in moneta sonante per 57.259.378,82 di Euro), non è stato tradotto in servizi da parte dell’amministrazione politica di Porto Recanati.

Accantonamenti e vincoli che compongono l’avanzo di amministrazione, assessore, non sono entità astratte, ma soldi veri di oggi per coprire buchi del passato. Ad esempio:

il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE), è qualcosa di concreto, in “moneta sonante”, la cui formazione si è resa necessaria per legge (quella che anche Lei ha menzionato in Consiglio - Armonizzazione contabile degli enti territoriali), perché ad entrate accertate, impiegate, ma non riscosse, sono seguite uscite impegnate, spese e in grossa parte pagate.

In altri termini l’Amministrazione Comunale ha impiegato e speso dei soldi che non ha mai riscosso fino al 31 dicembre 2018. Il Fondo Pluriennale Vincolato (FPV), non c’entra nulla con gli schemi di calcolo del FCDE.

 

Tra i cittadini normali, questo stato di cose è chiamato “buco”, perché ci sono spese da pagare, sostenute senza soldi. Bene ha fatto Bianchi a definirlo così.

Il contribuente, ignaro (non avvertito preventivamente dall’Amministrazione), è stato chiamato … … … a tappare questo buco con i suoi soldi.

Pensandoci meglio, chiamarlo “buco” è solo un eufemismo, poiché 6.516.543,69 di Euro, in un bilancio come quello di Porto Recanati, sono una “Voragine”.

 

La scusa è: “Lo prescrive la legge”. Soluzione comoda, come dire: prendetevela con lo Stato. La realtà è che “manca una programmazione” da parte di chi amministra questa città (la parte politica), poiché se il “buco” non c’è, non c’è proprio nulla da tappare.

L’Amministrazione Comunale, invece di provare a risolvere, o ridurre il danno delle riscossioni mancate, per rimediare i mezzi finanziari necessari, non ha trovato di meglio che tagliare servizi ai cittadini, anche se già li avevano pagati: assessore, tutti sanno che qualcuno può non pagare, ma è l’entità complessiva che conta.

Una cosa è un milione, un’altra due milioni, un’altra ancora 6.516.543,69 di Euro.

Come se l’avanzo accantonato e vincolato fosse un vanto! Invece è come la febbre: più è alto, più è grande l’infezione!

 

Oggi non possiamo sapere se in futuro la giunta che ci amministra, sarà in grado di risolvere questi problemi (ma dubitiamo molto), o se queste entrate accertate saranno riscosse (con altrettanti dubbi), sappiamo, però, con certezza, che per adesso il buco lo sta tappando PANTALONE.

 

Il 2018 ha chiuso con un “avanzo di esercizio” di 2.254.311,16 Euro.

Ciò significa che nel 2018, le entrate accertate, o riaccertate per i residui attivi, sono maggiori delle uscite impegnate per un pari importo.

Siccome Porto Recanati al 31 dicembre contava 12.537 abitanti, significa anche che, a ogni abitante residente (procapite: compresi i neonati), sono stati chiesti, dal Comune, 179,81 Euro in più rispetto al valore dei servizi dati nel 2018.

Bravo Michele! Aggiungiamo noi.
Questo “avanzo di esercizio” si è concretizzato poiché un pari importo del risultato di esercizio 2018, è stato stralciato (passato tra le economie) dalle uscite già impegnate (servizi al cittadino), mentre le relative entrate, già accertate e impiegate a copertura di questi impegni, sono rimaste in essere, in grossa parte riscosse, ma libere da impegni.

In altri termini: il bilancio di previsione (anche definitivo) è stato impostato ed approvato per erogare alcuni servizi al cittadino.

Il contribuente paga per avere quei servizi. La tesoreria comunale riscuote o riscuoterà.

Quei servizi, seppur impegnati, non sono stati di fatto resi entro il 31 dicembre e, quindi, in fase di rendiconto sono stati stralciati (passati in economia).

Le risorse prima impiegate, ora libere da impegni, hanno formato l’”avanzo di esercizio”.

 

Le entrate non più impiegate nell’impegno di spesa, quindi libere, sono confluite nell’avanzo di amministrazione, e la parte riscossa è confluita a sua volta nella “cassa”, che è salita a 4.044.808,96 Euro.

Ben diverso dal dire che la cassa è salita per una festività in più o in meno a fine anno, come scritto nella bacheca di “Insieme alla gente”.

Ben diverso dal dire, sempre nella stessa bacheca, “… … impegnato ma ancora non pagato per i lavori eseguiti o in fase di esecuzione o per servizi usufruiti con pagamento magari a 60, 90 o 120 giorni”.

Il vero e sostanziale motivo dell’aumento della “cassa” è il taglio dei servizi (passati in economia) per più di due milioni di Euro, ben descritto dai numeri del bilancio e dalla relazione della giunta, quindi anche della sua, assessore, anche se non lo ha detto.

A questo punto, ci assalgono seri dubbi su quanti consiglieri della maggioranza abbiano letto la “RELAZIONE AL RENDICONTO DI GESTIONE 2018”, firmata dal Sindaco (per la Giunta), bollinata dalla responsabile del “Servizio Finanziario” e dal “Segretario Comunale”.

Non una parola detta dall’assessore, nella sua relazione in Consiglio comunale, su come migliorare questa situazione.

 

 

In particolare, nel 2018, l’accantonamento per il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE), è stato di 2.066.009,63 Euro, più del doppio degli anni precedenti.

Una grossa parte di questo importo, 1.156.509,68 di Euro, è stata accantonata in sede di “Rendiconto 2018”, quindi oltre ogni previsione (a esercizio concluso), con la seguente motivazione presa letteralmente dalla “RELAZIONE AL RENDICONTO DI GESTIONE 2018” della Giunta:

“L’accantonamento ulteriore in sede di rendiconto si rende necessario per garantire i residui di entrata accertati in sede di rendiconto riferiti ai tributi e altre entrate sui quali si è innescato il procedimento di contenzioso tributario o non ancora riscosse”.

… … ma spesi … … … aggiungiamo noi!

Assessore, 1.156.509,68 di Euro, sono tanti e non sono bruscolini!

Lei è tra gli estensori della relazione di giunta (almeno così crediamo). Ne consegue che Lei non può “non sapere”. Ed allora:

 

Tutto questo, però, ci fa capire perché ha usato, a sproposito, il termine “default”.

La grave situazione per accantonamenti e vincoli, è già stata discussa e metabolizzata dai politici che si occupano di questioni finanziarie nella maggioranza, … … ma non possono comunicarla ai cittadini-contribuenti giacché stanno pagando conti molto salati per milioni di euro in più del dovuto, per tappare quelle falle create dalla vostra parte politica nel passato.

Appena il Capogruppo di “Città mia” ha sollevato la questione in aula, motivandola, all’assessore al bilancio, sono saltati i nervi e ha reagito in automatico, ha sollevato giustificazioni senza fondamento, ha cercato di giustificarsi e non di giustificare, introducendo il termine “default” mai pronunciato da Michele BIANCHI.

 

Sicuramente non si può parlare di “default” simile a quello di tipo informatico, giacché i “Sistemi informatici”, in assenza di istruzioni, rispondono con la loro logica insita nel sistema … … e nella risposta dell’assessore … … la logica non c’era proprio.

Per quanto riguarda il “default economico”, termine a cui crediamo si riferisse l’assessore, diciamo subito, con chiarezza, che non ce ne sono i presupposti nel bilancio attuale, per un motivo molto semplice e alla portata anche dei non addetti:

Senza questi interventi del contribuente, comunicati di solito solo a cose fatte, attraverso manovre di bilancio espresse con numeri e cifre, come in questo caso, troppo spesso incomprensibili anche ai consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione; manovre di bilancio lecite, ma mai esposte preventivamente con chiarezza e limpidità, il “default economico” sarebbe stato, già da un pezzo, in atto.

 

Detto questo, aggiungiamo noi una terza definizione di “default”.

In politica: l'incapacità della “Giunta” di soddisfare le proprie obbligazioni prese con i cittadini attraverso il “Bilancio di previsione definitivo 2018”, confermato e approvato insieme al “Bilancio di previsione 2019”, ai primi di marzo 2019, per due milioni e mezzo di Euro circa.

 

Concludiamo con una nostra dichiarazione ufficiale:
Sicuramente c’è stato un “default politico” di questa maggioranza, in quanto, negli ultimi due anni, non ha erogato servizi per circa tre milioni di Euro, che si era impegnata a dare con obbligazioni poi disattese, e che i cittadini avevano nel frattempo già pagato.