PORTO RECANATI – Era il 2015 quando al termine di una maxi operazione all’Hotel House (nelle foto) vennero posti i sigilli ad un’ala del complesso da cui si accedeva ai garages.
Una sessantina di box vennero interdetti all’uso in quanto sulla base del rapporto dei VVF mancava il piano antincendio.

Ne scaturì la denuncia da parte della Procura della Repubblica per 42 proprietari imputati di essersi mai dotati del certificato di prevenzione incendi.DSCF3524

Tra l’altro quei sotterranei, senza impianti antincendio ed illuminazione, erano diventati una sorta di “città nascosta” in cui accadeva di tutto e si accatastava, con grave pericolo d’incendio, altrettanto.

Anche nei mesi a seguire ci furono ripetute violazioni dei sigilli con intervento delle autorità per impedire l’accesso.

Per violazione delle normative sono finiti a processo tutti i proprietari che si erano visti chiedere dal PM Cinzia Roio una condanna a sei mesi di reclusione. Il giudice Marika Vecchiarino ha invece accolto le tesi delle difese (Borgani, Ballesi, Carnevali, Cingolani, Beslanti, Lattanzi) secondo le quali non era compito degli imputati ma dell’amministrazione condominiale provvedere ad ottenere la certificazione.

Da qui l’assoluzione per i proprietari dei garages.

Rimane in piedi però l’inutilizzo del sotterraneo in quanto permangono le condizioni di insicurezza.

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