Nota di Uniti per Porto Recanati

PORTO RECANATI - Diciamocelo chiaramente: il problema della discarica dovrebbe essere affrontato alla radice.

L’ipotesi di apertura di un sito a Recanati (che riceverebbe copiosi indennizzi), a poche centinaia di metri dal quartiere Montarice (che avrebbe solo la puzza), sta scatenando critiche da più parti.

Tutti parlano, ma nessuno sembra fare le domande giuste.rusperif

Sono stati centrati gli obiettivi stabiliti dal pacchetto europeo di misure sull'economia circolare in tema di rifiuti?

Il sistema di selezione automatica differenziata che doveva entrare in funzione a settembre 2014 è poi entrato in funzione?

Il progetto di riciclo di pannoloni e pannolini annunciato nel 2014, da realizzare in collaborazione con la Faber e Legambiente, è mai stato realizzato oppure i predetti rifiuti finiscono ancora tutti nell’indifferenziata?

Il sistema delle ecoballe si è dimostrato economicamente sostenibile a lungo termine?

Dopo (soli) 6 anni, la discarica, costata oltre 6 milioni di euro, è prossima all’esaurimento: questo significa che le politiche in materia prevedono una nuova discarica ogni lustro? Certo non si può parlare di certezze a lungo termine e di politiche lungimiranti!

E’ probabile che il modo in cui è organizzata attualmente la nostra raccolta differenziata, e più in generale il nostro ciclo dei rifiuti non sia così efficiente, e se così fosse, a chi devono essere attribuite le responsabilità, alla gestione o ai 58 comuni “soci”, di cui una buona metà non si presenta neppure all’approvazione dei bilanci annuali del consorzio?

Che le assenze siano dettate da indolenza o consapevolezza di non poter incidere sulle decisioni è difficile dirlo, ma anche la questione della rappresentanza e della governance è un problema irrisolto.

Prima di approntare le soluzioni per il futuro, forse sarebbe il caso di dipanare i molti nodi del passato.