PORTO RECANATI – C’è una via per salvare la Croce Azzurra: scioglierla e rifondarla. Chiaro il messaggio di Anna De Pace, Gianfranco Cappelletti e Tonino Di Fonzo.

Lo hanno ribadito in una conferenza stampa ex dipendenti e volontari mettendo sul piatto della bilancio la loro piena disponibilità, previe garanzie, a collaborare per fare nascere una nuova associazione che inizialmente parta dal basso, dalla vicinanza alla città, gestendo inizialmente i servizi socio sanitari sul territorio comunale.

L’incontro con la stampa, che segue interventi solo con comunicati, era però maggiormente dedicato a fare chiarezza su “mezze falsità e mezze verità”, documenti alla mano da cui in effetti sono emersi elementi di conoscenza che sinora la presidenza Zazzetta non aveva evidenziato, tantomeno quella Tetta.

Gli ex dipendenti (due sono stati assorbiti dalla Croce Gialla di Recanati, uno dalla CRI di Porto Potenza, tutti a tempo determinato, uno in attesa di occupazione) vantano crediti importanti ed hanno spiegato come sia nata la pesante attuale situazione debitoria che nasce nel 2014, con gravi omissioni amministrative a loro detta, ma che già negli anni ’90 aveva manifestati criticità economiche.

Tutti gli ex dipendenti si sono dimessi per giusta carica e solo in un caso c’è stata l’azione di pignoramento da parte di un operatore mentre le altre iniziative avviate da fornitori e dovrebbe essere in arrivo quella dell’Ispettorato del Lavoro.

Al momento, con i documenti raccolti, l’esposizione sfiora i 500.000 euro con in lista di riscossione dei crediti vantati i dipendenti, l’ASUR, i fornitori.

Per ripartire servirebbero 200.000 euro e stante l'attuale situazione economica generale impensabile proseguire in questo stato e ribadita la via della chiusura e ripartenza con una nuova pubblica assistenza.

Lunga e articolata la conferenza stampa che potete ascoltare cliccando sullo start della barra sottostante (la qualità audio non è il massimo essendosi svolta in un locale pubblico).

 

confdipCA