PORTO RECANATI - Lo scorso mese di ottobre 2020, durante un controllo del litorale costiero, una pattuglia della Tenenza di Porto Recanati notava, nella zona del lungomare della città rivierasca, nelle immediate adiacenze di un ristorante, alcuni manufatti di recente realizzazione, nascosti dalla folta vegetazione composta principalmente da canneti.

La presenza di attrezzature e materiali impiegati nell’edilizia e l’assenza di cartelli indicanti gli estremi delle autorizzazioni per il compimento di opere murarie, insospettiva i militari operanti, che avviavano mirati accertamenti, a seguito dei quali si acclarava la commissione di abusi edilizi su un’area peraltro soggetta a vincolo paesaggistico e collocata in zona sismica.

In esito a quanto accertato dalle indagini, i Finanzieri, in forza di apposito decreto emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Macerata – su richiesta della Procura della Repubblica – sottoponevano a sequestro preventivo l’area, che si estende per circa 20.000 metri quadri, e i 18 annessi manufatti abusivi, per complessivi 1.230 metri cubi circa.PORTOgdf1

A seguito di tale provvedimento, l’autore dei plurimi abusi edilizi si era adoperato per abbattere quanto da lui edificato illegalmente, chiedendo al magistrato inquirente di poter ottenere la disponibilità di accesso all’area sottoposta a sequestro, per rimuovere i manufatti.

In pochi mesi, come constatato dalle Fiamme Gialle con la collaborazione dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Porto Recanti, è stato ripristinato lo stato originario dei luoghi, mediante demolizione di quanto abusivamente realizzato, restituendo all’area interessata l’originario aspetto.

Il tutto è avvenuto in tempi brevi, evitando lungaggini giudiziarie e scongiurando il perdurare di uno stato di abbandono di una vasta area collocata in una delle zone più belle del litorale marchigiano.
All’esito di tale rispristino, il difensore dell’imputato ha, di recente, avanzato richiesta di patteggiamento, a fronte della quale, il G.I.P. di Macerata, preso atto dell’assenso della Procura, ha emesso sentenza di applicazione della pena di mesi sei di arresto (pena sospesa) ed € 30.000 di ammenda e disposto il dissequestro dell’area.

I Finanzieri hanno quindi rimosso i sigilli che delimitavano l’area, la quale è ritornata nella disponibilità dell’utilizzatore.

La lotta ad ogni forma di illecito economico-finanziario e penale costituisce obiettivo prioritario per la Guardia di Finanza, a tutela non solo delle entrate per i bilanci dello Stato e degli Enti locali, ma anche di quanti operano nella piena e completa osservanza delle leggi.