nota della Croce Gialla Recanati

PORTO RECANATI - Sono mesi che leggiamo sulla stampa, sui social e sui network locali, affascinati come in una telenovela, delle vicissitudini di una associazione a Porto Recanati che non è più associazione, di una nascente ma non ancora venuta al mondo, di un'altra ancora che ogni quindici giorni mette bandierine alla conquista del territorio come se si trattasse di un Risiko.

Tutte notizie che ai più rappresenta uno scenario di vitalità e di sana e vivace competizione sotto il cartello Volontariato.

Ma ,ahinoi nasconde bilanci non fatti, conti non in ordine, retribuzioni non onorate, persone che hanno perso il lavoro: il caos.croce gialla ambulanza 118

A questo, da fine marzo, l'Asur ha messo mano per ristabilire l'ordine dando la possibilità alle associazioni dell'area Vasta 3 di partecipare al riassetto.

Tra tutte solo la Croce Gialla di Recanati ha risposto mettendo immediatamente a disposizione mezzi e equipaggi per coprire il territorio per il servizio di emergenza urgenza 118 ora chiamato 112.

L'ha fatto con impegno e sacrificio; senza annunci e strombazzi, ma con il senso civico che deve esserci in ogni associazione di volontariato.

Sono stati mesi duri perché non avendo una sede i ragazzi si sono adattati a quello che l'amministrazione comunale ha potuto trovare come sistemazione, visto che quella della ex Croce Azzurra, ora possiamo chiamarla così, era ed è ancora occupata per non meglio identificati servizi.

Abbiamo sempre operato con la massima attenzione e siamo riusciti a farci ben volere dalla cittadinanza.

Le associazioni debbono essere case di vetro; Il nostro impegno è siglato da una Convenzione con l’Asur che ci permette di dare servizi in sicurezza.

Non siamo scesi da conquistatori nè da usurpatori, ma da fratelli in aiuto.

Molti in questi mesi hanno dato i numeri. Ora noi vogliamo dare qualche numero giusto.

Dal 29 marzo al 31 dicembre 2021 abbiamo risposto a 1549 chiamate in emergenza, effettuato 59166 km.

I trasporti a richiesta sono stati1235.

Questo per ribadire che non siamo invisibili, siamo una solida realtà e non lasceremo facilmente i portorecanatesi da soli.