A cura della Redazione Lo Specchio Magazine

PORTO RECANATI - Ci sono intellettuali capaci di restare esempio e memoria della propria comunità: uno di loro è sicuramente Lino Palanca che, a un anno dalla morte, viene ricordato dalla sua amata gente e collaboratori.
Era il 22 novembre del 2021 quando si diffuse la notizia che il Prof.Lino Palanca era morto: a 74 anni il grande intellettuale portorecanatese era stato vinto dalla malattia che lo affliggeva da tempo. Nel mondo della cultura era noto che le condizioni di salute del Professore non fossero ottimali, ma comunque la sua dipartita lasciò tutti attoniti e impreparati.

Noi dello Specchio Magazine lo ricordiamo oggi con stima profonda e immensa gratitudine.

Lino ha contribuito enormemente a diffondere la cultura e la storia di Porto Recanati, spendendosi senza mai risparmiarsi nella divulgazione di tutti quei fatti che hanno reso e rendono la cittadina rivierasca uno scrigno prezioso.
In qualità di direttore della rivista Specchio Magazine, ha messo a servizio la sua grande professionalità non solo nella carta stampata di cui era il faro, ma anche in tutti gli eventi collaterali ai quali non ha mai fatto mancare il suo contributo. È stato anche un grande maestro per i collaboratori più giovani, che spronava a dare il proprio meglio, educandoli alla divulgazione come strumento a garanzia della democrazia.
Lo Specchio Magazine intende omaggiare il Prof. Lino palanca con un sentito ricordo dello Storico Massimo Morroni, amico e collega di ricerche.

In ricordo di Lino Palancapresentazione del magazine Lo specchio Magazine

Di Massimo Morroni

Lino Palanca fu prima insegnante al Liceo, poi giornalista e infine studioso di storia locale. Costretto per motivi di salute a lasciare anzitempo la scuola e l’insegnamento della lingua e della letteratura francese, la scuola che lo aveva visto anche come educatore di tanti ragazzi, si era sentito dire di avere ancora solamente cinque anni. Si impegnò allora nella ricerca, sondando nei documenti le vicende della sua Porto Recanati, e la passione lo spinse a pubblicare tanti risultati di carattere non solo storico, ma anche letterario, folcloristico, sportivo. “Eri curioso di conoscere e volevi far conoscere e diffondere la cultura locale, quella che riguardava non solo Porto Recanati, ma anche i comuni limitrofi”, così si esprimeva il tuo collega e amico Carlo Pesco, e “non eri contento di descrivere qualcosa, volevi argomentare in modo serio e approfondito i temi affrontati. Per questo leggevi, spulciavi documenti, frequentavi biblioteche reali e virtuali, fino a che il quadro non era chiaro e, al momento, completo. Solo allora ti sentivi appagato. Tu, docente di Francese, avevi una conoscenza non limitata alla tua disciplina ed hai fatto in modo che personaggi, storie e fatti ritenuti marginali e circoscritti nello spazio e nel tempo fossero conosciuti e avessero una risonanza maggiore”.

Lino Palanca è deceduto il 22 novembre 2021 a 74 anni, nel giorno di santa Cecilia, patrona della Banda musicale del suo paese, Porto Recanati, della quale stava completando di narrare la storia. Le sue condizioni di salute, già precarie, si erano aggravate dopo l’estate, tanto che si era reso necessario un ricovero e diversi controlli. Dopo alcuni giorni di ospedale alle Torrette, tornato a casa, il suo fisico non ha retto a lungo e non ha potuto contrastare il Covid.
Dopo essersi formato nella Gioventù di Azione cattolica, di cui fu anche presidente diocesano, nelle vesti di capitano dell’Adriatica Calcio, nel 1964 vinse il campionato d’Italia nel torneo Csi (Centro sportivo italiano). Sulla sua bara è stata posta la maglia numero 5 di quella squadra.

Lino Palanca si laureò in Lingue e Letterature straniere nel 1972. Insegnò Lingua e Letteratura francese nei Licei statali e per molti anni allo Scientifico di Osimo, molto benvoluto e ottimamente ricordato dai suoi ex studenti. Fu un docente rigoroso, che usò la sua materia d’insegnamento per approfondire il sapere e la cultura dei suoi alunni. È stato socio fondatore di “Uniporto” e ha diretto la rivista di studi storici “Potentia” e la rivista di cultura varia d’interesse territoriale “Lo Specchio magazine”, per le quali ha scritto articoli in ogni numero. Così lo ricorda tra l’altro lo staff di questo periodico: “In qualità di direttore della rivista, ha messo a servizio la sua grande professionalità non solo della carta stampata di cui era semplicemente Faro, ma anche di tutti gli eventi collaterali ai quali non ha mai fatto mancare il suo contributo. Lino ha dato voce e testo ai ricordi di intere generazioni, aiutando tutti i collaboratori a
fare altrettanto, riuscendo magistralmente ad essere guida sapiente e mai invasiva, profondamente rispettoso dei diversi saperi che si trovava ad orchestrare. È stato un grande Maestro per i collaboratori più giovani, che spronava a dare il proprio meglio, educandoli alla divulgazione come strumento a garanzia della Democrazia. Ha corretto senza mai imporre, ha speso parole di incoraggiamento che resteranno nella memoria dei suoi interlocutori, più di ogni altra cosa è stato  quella guida di cui le nuove generazioni hanno e avranno bisogno, perché sapeva appunto essere Esempio e non sterile esercizio di stile”. “Nello stringerci ai suoi affetti più cari, lo ricordiamo con stima profonda e immensa gratitudine. Lino ha contribuito enormemente a diffondere la cultura e la  storia di Porto Recanati, spendendosi senza mai risparmiarsi nella divulgazione di tutti quei fatti,

fossero essi noti ai più o scorsi velocemente sotto ai nostri occhi, che hanno reso e rendono la cittadina rivierasca uno scrigno prezioso”. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti, ha collaborato a lungo col “Corriere adriatico” e anche col
“Resto del Carlino”. Con decreto ministeriale 30 settembre 2015 fu nominato Socio Deputato della Deputazione di Storia Patria per le Marche, per la quale pubblicò alcuni suoi contributi negli Atti e Memorie. Come maggior cultore della realtà di Porto Recanati, è autore di una trentina di pubblicazioni di storia locale e di numerose monografie. Gli argomenti sono i più vari e tutti trovano una solida base nelle due opere lessicografiche Dizionario Enciclopedico del Porto, uscito nel 2013, e Léngua Màtre, vocabolario del dialetto portorecanatese, stampato nel 2010. Si spazia soprattutto nella storia moderna, con molti lavori aventi come oggetto il Novecento: la vita del suo Porto, l’operosità della sua gente, le vicende prodotte dalle due guerre mondiali, i personaggi di maggior spicco come Enrico Medi, Biagio Valentini, gli Scarfiotti, Giampieri, Emilio Gardini, Attilio Valentini, Biagio Biagetti, Pierino Guzzini ed altri. Ha pubblicato anche su “Studi maceratesi”, sulle riviste “Cimbas” (San Benedetto del Tronto), “Historia Nostra” e “Storia/Storie” (Recanati), “’900 Percorsi” (Osimo), “Castello è segreto” (Castelfidardo), “Marca/Marche” (Fermo). Negli innumerevoli scritti e nelle conferenze traspariva l’amore per le sue radici, la fierezza dell’appartenenza ad una comunità dotata di forte identità, ma anche la consapevolezza di vivere in una realtà ricca di storia e riferimenti culturali, non pienamente espressi e valorizzati dai più. Unica la sua attenzione e cura delle fonti, sbalorditivo il rigore logico delle sue esposizioni, sempre compiute ed esaurienti, mai retoriche o ridondanti. Lino ci manca molto, per la sua amicizia sincera e senza riserve, la sua grande generosità, la sua sottile cultura, la sua compostezza di fronte ai grandi eventi della vita.