di Stefano Cosimi

POTENZA PICENA - Ho ricevuto l’incarico dal Comune di Potenza Picena di organizzare come evento il Giorno della Memoria e quello del Ricordo; li ho quindi impostati con la volontà di evitare gli schemi consueti che vogliono l’uno centrato sulle pratiche di sterminio sistematico dei lager nazisti e l’altro sullo scempio operato dai partigiani comunisti titini perlopiù su vittime inermi, spessissimo a conflitto terminato.

Questo per due ordini di motivi: il primo perché insistere a parlare solo di violenze e di morte allontana sempre più dai tentativi seri di analisi storica dei due fenomeni e il secondo perché la ripetitività di tali esposizioni rischia di ingenerare –è triste dirlo- un’assuefazione al male che è proprio il contrario di quanto ci si dovrebbe prefiggere.

cosimi2Conseguentemente, il Giorno della Memoria è stato celebrato attraverso un dramma ambientato nel 1934, quando già si profilava la minaccia incombente della persecuzione nazista e nel contempo si ripercorreva il calvario secolare delle comunità ebraiche soggette ad angherie e ai pogrom, terminando con un messaggio di speranza consistente nella ricerca di una nuova patria comune per gli ebrei della Diaspora.

Per l’occasione sono stati utilizzati musicisti professionisti e attori in parte professionisti e in parte amatoriali, cosa avvenuta in minor misura nell’evento successivo.

Il Giorno del Ricordo, nelle letture, nelle musiche e nelle coreografie ha privilegiato l’aspetto della dolorosa nostalgia di una popolazione costretta ad abbandonare la propria casa, sorvolando di proposito sui particolari macabri delle torture e degli eccidi.

La sede prevista –come da depliant illustrativo della stagione invernale di Potenza Picena- era la medesima del Giorno della Memoria che però nella data stabilita risultava occupata con altro evento.

Preciso che la data effettiva della celebrazione veniva poi anticipata di un giorno causa indisponibilità del relatore, prof. Parlato, ma a quel punto non era più possibile modificare nuovamente la sede.Cosimi Stefano

In conclusione, lungi dall’aver usato due pesi e due misure, sono certo di aver operato correttamente, in linea con quanto specificato dalle nobili parole del Presidente della Repubblica, contro ogni ottica divisiva.

E ricordo che l’atto definito “marginale e di distrazione” ha ricevuto pubblicamente un lungo messaggio di augurio da parte della Comunità ebraica di Ancona e di un rappresentante di quella Romana.