A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

POTENZA PICENA - La dott.ssa Isabella Torresi di Montelupone ha portato a termine un interessante lavoro di ricerca sul nostro Ospedale Civico Bonaccorsi, lavoro presentato al convegno “Le Istituzioni Caritatevoli e religiose, notizie storiche e ricerche”, che si è tenuto nel 2014. Il suo lavoro è stato poi pubblicato nel testo del volume n° 50 degli “Studi Storici Maceratesi” del 2016.

Una copia di tale volume è presente presso la nostra biblioteca comunale “Carlo Cenerelli Campana” di Via Trento.stemma buonaccorsi

Consultando il nostro archivio storico comunale di Via Trento, la dott.ssa Isabella Torresi ha potuto trovare molti spunti per poter ricostruire la storia del nostro Ospedale.

L’Ospedale è stato fondato nel 1737, quando mons. Alessandro Bonaccorsi, a proprie spese, ha acquistato dalle Suore Benedettine di Santa Caterina d’Alessandria il palazzo di Corso Vittorio Emanuele II, nel passato di proprietà della famiglia Spiriti. Successivamente, alla morte del Mons. Bonaccorsi, l’Opera Pia Ospedale si è arricchita sia del lascito di Francesco Angeletti (1848), che di quello della sig.ra Albina Gezzi, vedova Pierandrei, la quale nel 1869 lasciò con testamento tutti i suoi beni, quelli del marito Giovanni e del cognato, il canonico Angelo Pierandrei, all’Ospedale Civico Bonaccorsi, ponendo la condizione che la sua gestione fosse affidata alle suore dell’ordine delle “Figlie della Carità” di Siena.

L’Ospedale Civico Bonaccorsi, che ha regolarmente funzionato per tutto l’Ottocento e la prima metà del Novecento, aveva un suo regolamento, dove si stabilivano le regole del suo funzionamento.

Dopo la seconda guerra mondiale, il ruolo del nostro Ospedale venne sempre meno, in quanto nei centri limitrofi erano in funzione ospedali molto più attrezzati e funzionali, ad esempio a Recanati, a Civitanova Marche, a Macerata, a Loreto ed anche a Porto Potenza Picena, presso l’Istituto di Riabilitazione Santo Stefano.

Il giorno 30 giugno del 1944, quando i tedeschi in fuga colpirono la nostra città con cannoneggiamenti, danneggiando sia la torre della Piazza Principe di Napoli che l’abitazione della famiglia Mazzoni in contrada La Concia, tutti i cittadini colpiti furono portati a medicare all’Ospedale Civico Bonaccorsi. Purtroppo, per otto di essi le cure non furono sufficienti e morirono.

Ridotto ad un pronto soccorso, nel 1956 ospitò in affitto anche i militari dell’Aeronautica, che erano venuti a Potenza Picena in quell’anno e ci rimasero fino al 1960. Successivamente ospitò anche le tre classi della scuola media statale, fino a quando non venne costruita la nuova scuola media di Circonvallazione Le Grazie, entrata in funzione solo nel 1969. I locali ospitarono anche le camere dell’Albergo Centrale, gestito da Giuseppe Torresi ed anche la fabbrica di confezioni, la Emily Horse di Emilia Cavalli.

L’attività dell’Ospedale Civico Bonaccorsi si può dire conclusa nel 1973, quando l’ECA trasferì il patrimonio della Opera Pia Ospedale Bonaccorsi alla casa di riposo di Potenza Picena.

All’interno della struttura ospedaliera lavorarono i medici Mariano Bitocchi e Manlio Zambruni, vennero ad eseguire il prof. Bombi Giulio e Patrignani Sergio di Ancona, il primo come chirurgo, il secondo come specialista in Medicina. Anche il prof. Marchini di Recanati frequentò il nostro Ospedale. Per quanto riguarda gli infermieri, si ricordano Amelio Pescetti, Fernanda Bufalari ed Alessandro Morichetti, tutti di Potenza Picena.

I locali ospitarono anche il medico condotto Manlio Natalini, il Poliambulatorio fino a quando non venne costruito il nuovo fabbricato in Via delle Fonti e il Centro Ricreativo “Armando Fioranelli” del circolo degli anziani di Potenza Picena ed altre associazioni sportive e ricreative locali ed anche gli Scout.

Nel 2013, in data 4 ottobre, decreto n° 233, il palazzo è stato dichiarato, dalla Soprintendenza di Ancona, di interesse storico ed architettonico.

Per diversi anni la struttura è stata posta in vendita al prezzo di Euro 626.000.

Il lavoro di ricerca storica di Isabella Torresi ci consente di colmare una grave lacuna nella conoscenza della storia di quest’antica istituzione della nostra città, sorta ben duecentoottantacinque anni fa dalla magnanimità di mons. Alessandro Bonaccorsi ed incrementata dai successivi lasciti di Francesco Angeletti e di Albina Gezzi, vedova Pierandrei.

La nostra comunità ringrazia di cuore la dott.ssa Isabella Torresi per il suo interessante lavoro di ricerca storica, che meritava di essere conosciuto.

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