Nota del CGD

RECANATI - Il Coordinamento Genitori Democratici, dopo attenta riflessione, giudica negativamente la somministrazione delle prove INVALSI nella scuola.

Dal 7 al 16 Maggio i nostri bambini e ragazzi saranno impegnati a scuola nelle prove Invalsi che dovrebbero misurare le loro competenze in italiano e matematica. Più precisamente saranno interessati i bambini di II e V della scuola primaria, i ragazzi della secondaria di primo grado (I media) e quelli della secondaria di secondo grado (Superiori).

Come CGD Recanati lo scorso anno abbiamo lavorato per diffondere conoscenza sul tema della valutazione scolastica, tema molto controverso ma su cui davvero poco si sa. L’Invalsi, in particolare, presenta ambiguità ed equivocità anche nelle sue funzioni poiché oscilla tra una valutazione complessiva del sistema scolastico al fine di intervenire nelle situazioni di debolezza e uno strumento di valutazione del singolo alunno con effetti sulla media di pagella. Qualcuno parla di intervenire sulle situazioni risultate deboli con investimenti tesi a colmare le lacune mentre altri parlano di premiare, fornendo ulteriori risorse, i migliori a danno dei meno “bravi”. Qualcuno, ancora, attribuisce alle prove una funzione di valutazione complessiva degli Istituti, mentre altri arrivano a prospettarne l’uso per valutare i meriti dei singoli insegnanti. 

E’ per questo che quest’anno abbiamo deciso di accompagnare l’azione informativa con la disobbedienza democratica e civile invitando i genitori dei bambini interessati a non mandarli a scuola quel giorno, visto che in tutto il territorio nazionale in quelle date e secondo un assurdo e rigido protocollo vengono somministrate le prove.

Ci rendiamo conto che non è facile anzi potrebbe sembrare contraddittorio che un comitato di genitori che crede nella scuola pubblica possa chiedere di disertare, ma è un modo, come un altro, per alzare il livello dell’informazione e non lasciare nel silenzio un importante passaggio della scuola pubblica italiana. E’ questa una protesta democratica con cui si intende denunciare l’assurdità di un istituto che continua e anzi aumenta il suo condizionamento nella scuola pubblica. Lo scopo è alzare il livello della discussione e provare a bloccare questo processo visto che se più del 50% dei ragazzi non si dovessero presentare a scuola le stesse prove sarebbero invalidate

Le ragioni del dissenso. Qualità della scuola? L’invalsi è l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione e formazione e dovrebbe, tra l’altro, misurare gli apprendimenti dei nostri figli in italiano e matematica, per promuovere la qualità nella scuola. Come si fa a rivendicare questa intenzione quando la scuola, lo sappiamo tutti, sono anni che subisce espropri sempre più vistosi e eclatanti (8 miliardi di tagli alla scuola statale nei soli ultimi tre anni). Le risorse ad essa destinate ogni anno diminuiscono, sempre più si deve far affidamento sui contributi dei genitori e sul volontariato dei docenti, che si trovano a lavorare in scuole sempre più fatiscenti, a gestire classi sempre più difficili e sovraffollate, con tempi scuola ridotti e per questo spesso snaturati. E’ accettabile ciò?

E la libertà di insegnamento? Purtroppo abbiamo constatato come in realtà troppo spesso la stessa didattica nella pratica viene condizionata da questi quiz, malgrado ciò che è scritto nelle nuove indicazioni per le scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione. Vengono fatti acquistare libri (il cui acquisto, ricordiamolo, non è affatto obbligatorio), le stesse case editrici hanno “invalsizzato” i testi scolastici e con il passare degli anni è aumentato il tempo rubato alla didattica per semplici esercitazioni, che avrebbero lo scopo di preparare gli studenti a mettere delle crocette, come se il solo il fatto di provare e riprovare garantisse risultati positivi.

Considerato poi che l’8 marzo è stato approvato il nuovo regolamento sulla valutazione scolastica che fa dell’Invalsi il centro funzionale della valutazione di tutto il sistema scolastico, ci domandiamo: quanto libero è il docente di non farsi condizionare didatticamente da tutto ciò? D’altro canto se andiamo a vedere la storia dell’Invalsi ci accorgiamo di come queste prove siano state con il tempo estese, proprio per l’uso che se ne vorrà fare in futuro e cioè valutare i singoli istituti scolastici. E’ chiaro che così le stesse si caricano di un significato profondo anche per chi lavora a scuola e , a cascata, per gli studenti. Nelle scuole Medie ad esempio, la prova INVALSI va addirittura a fare media negli esami di Terza, cosa, quest’ultima, che riteniamo dannosissima perché la valutazione è una delle funzioni fondamentali dell’attività e della professionalità dei docenti e non è riducibile ai quiz senza danneggiare l’equità e la completezza della valutazione