La notizia della commemorazione, ad una anno dalla scomparsa, dell’on. Franco Foschi, ha provocato nella sezione riservata all’interazione dei lettori, il commento di “Laerziade”, questo il suo nick name, cui oggi replica Gianni Bonfili, sindacalista UIL per diversi anni a livello nazionale ed una lunga militanza nelle fila socialiste, con una propria testimonianza diretta.

Ricordiamo che proprio mentre era Ministro del Lavoro scoppiò lo scandalo della P2 di Licio Gelli con la scoperta del suo nome tra gli elenchi della massoneria deviata. Foschi, che si proclamò sempre estraneo alla Loggia Massonica, si difese asserendo che il suo nome era stato inserito, senza che lui ne sapesse nulla, avendo avuto contatti con persone legate a sua insaputa alla loggia, durante il periodo in cui come sottosegretario agli esteri del governo Forlani si era interessato dei “desaparecidos” italiani durante la dittatura in Argentina. Benché scagionato da ogni collusione con la P2, la vicenda segnò la sua carriera.

Di Gianni Bonfili

Non ho mai avuto particolare affiatamento politico con Franco Foschi, da Lui non ho mai ricevuto favori e gratificazioni, non ho nessun motivo per farne una difesa d'ufficio e, quindi, rendo le dichiarazioni che seguono soltanto per amore di verità e di giustizia e senza la ricerca di contropartite di qualsivoglia genere. All'epoca dello scoppio del caso P2 ero a Roma per un incarico sindacale a livello nazionale ed ero in continuo contatto con i vertici confederali CGIL-CISL-UIL.
Diversi esponenti di primo piano di tali vertici, sapendo che ero recanatese e concittadino di Franco Foschi, mi hanno detto più volte che risultava loro che Foschi era entrato nella P2 per poter aiutare
concretamente perseguitati politici nei Paesi dell'America Latina, in particolare in Argentina, dove si era rifugiato l'avv. Ortolani, fondatore con Gelli della P2 ed intimo del regime allora in carica, e che era riuscito ad ottenere validi risultati. Questo è quanto mi risulta e che sento l'obbligo morale di rendere noto al fine di evitare giudizi ingiusti ed inappropriati nei confronti di Franco Foschi.