RECANATI – Non dimenticheranno facilmente la loro vacanza ad Arquata del Tronto Valerio Arbotto (il padre lo ricordano in tanti era la nota guardia giurata), residente a Le Grazie, dipendente della EBAN, e sua moglie Lucia Foresi che stavano trascorrendo le ferie insieme alle figlie Sara e Giada, di 11 e 14 anni, alla country house “Centro dei Due Parchi” (foto in basso) nella frazione Borgo, sotto il centro storico arcquatese dominato dal castello.
Erano arrivati nel centro turistico della Val Tronto domenica 21 e sarebbero dovuti partire oggi dopo un breve soggiorno tra boschi e monti della Laga.
“Quando è arrivata la scossa –racconta Valerio- un incubo che sembrava non terminare mai, ho subito pensato al peggio. Era troppo, troppo, tanto forte. Ho tranquillizzato le bimbe, poi appena cessato il movimento che è durato un'infinità, penso almeno 2', via per le scale che ancora c’erano e questo elemento mi ha un po’ rassicurato, e tutti fuori insieme agli altri ospiti della struttura che ha resistito grazie a Dio. Mentre correvano in una venticinquina verso lo spazio più aperto possibile, il campo sportivo, ho visto tante case vicine crollate. Dove eravamo noi ha retto bene l’edificio e questo ci ha salvato. Accenderò un cero a Sant’Antonio”.
“Ad Arquata –continua Arbotto- mi ha sorpreso la generosità e la solidarietà della gente nell’assisterci. Un signore proprietario di un mini market gravemente lesionato è entrato nel negozio, ha preso quello che poteva servire per i bambini soprattutto, e l’ha portato al campo. Posti meravigliosi, gente meravigliosa, non meritava questo disastro”.
"Ho lasciato Arquata verso le 8.30, quando la macchina dei soccorsi era già attiva ed occorreva lasciare libero il campo sportivo dalle tante auto che si erano raggruppate -conclude Arbotto- e quando siamo arrivati a Recanati la notte l'ho trascorsa a casa di mia suocera che sta al primo piano mentre io al terzo. Mi avevano detto che anche a casa era stata fortissima la scossa e volevo essere più tranquillo, ma non ho chiuso occhio ugualmente."
"So che vicino a noi in una chiesa c'era la copia riconosciuta della Sacra Sindone -conclude Arbotto- non ho fatto in tempo a vederla. Ma tornerò, anzi appena possibile bisogna tornare in tanti, perchè non si può lasciare sola quella gente".