RECANATI – Due studenti, insieme al sindaco Fiordomo ed all’assessore alle culture, Rita Soccio, hanno scoperto la targa con la quale è stata intitolata a questa figura della fine ‘800, personaggio che ha dato molto alla cultura la sede della biblioteca e mediateca.

Non solo una intitolazione ma anche l’allestimento nella sale interne di un percorso espositivo temporaneo per meglio approfondire il ruolo di questa donna autrice di diversi componimenti ed ardente antesignana del voto anche alle donne.

Tanto che pur di votare al Plebiscito per l’Annessione delle Marche al Regno d’Italia, non esitò a travestirsi da uomo pur di votare, quando questo era precluso alle donne.57216745 2199522180134227 6073890050754478080 n

Vari gli interventi per illustrare Alinda Bonacci Brunamonti con Donatella Fioretti, dell’ Università di Macerata, Antonella Maggini dell’ UNIPER Università d’Istruzione Permanente “Don Giovanni Simonetti”, Denis Tanoni, responsabile della Biblioteca Benedettucci e del Museo diocesano di Recanati.

Nel mezzo anche un intrattenimento musicale con Massimo Marconi, un giovane virtuoso dell’organetto e la recita del sonetto in vernacolo del conte Augusto Mazzagalli dedicato alla poetessa e letto da Maria Magi.

Maria Alinda Bonacci, era la primogenita di Teresa Tarulli di Matelica e di Gratiliano Bonacci, nativo di Recanati, insegnante di retorica nel perugino Collegio della Sapienza, autore delle Nozioni fondamentali di estetica, il quale curò personalmente la sua istruzione di indirizzo classico.

Con l'incoraggiamento della madre, devota cattolica, iniziò giovanissima a comporre versi di carattere religioso, dati alle stampe nel 1856 con il titolo Canti e dedicati a Pio IX. Nel 1854 la famiglia si trasferì prima a Foligno e poi a Recanati.

La ripresa del movimento risorgimentale e le Stragi di Perugia del 20 giugno 1859 le ispirarono i versi patriottici e anti-pontifici dei Canti Nazionali, pubblicati a Recanati nel 1860.

In quell'anno, alla Bonacci, per sua espressa espressa volontà, fu concesso di votare per il plebiscito di conferma dell'annessione delle Marche e dell'Umbria al Piemonte, unica donna ammessa in via eccezionale a questa consultazione.

Dal 1868, dopo il matrimonio con Pietro Brunamonti, di Trevi, docente di filosofia del diritto nell'Università di Perugia - da cui ebbe due figli, Beatrice, nata il 2 aprile 1871, e Fausto, morto a soli cinque anni il 25 giugno 1878 - stabilì la sua rsidenza a Perugia in via dei Priori.

Ebbe l'amicizia di intellettuali italiani, in particolare di Giacomo Zanella, di Andrea Maffei e di Antonio Stoppani. Influenzate dallo Zanella sono le successive poesie, di carattere didascalico e con accenti religiosi: Nuovi canti (1887), Flora (1898), appesantite «da un'intonazione etico-riflessiva irrimediabilmente provinciale».

Migliori si rivelano i Discorsi d'arte (1898) e i Ricordi di viaggio, pubblicati postumi. Un ictus, che la colpì nel 1898, le impedì di scrivere fino alla morte, avvenuta nel 1903. Gran parte del suo epistolario insieme ad alcuni manoscritti autografi sono conservati presso la Biblioteca Augusta di Perugia.

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