RECANATI – Poco dopo le 15 il feretro di Vanni Leopardi ha varcato il portone d’onore di Casa Leopardi passando sotto i veroni del patrio ostello per entrare nella chiesa di Santa Maria in Montemorello per la funzione religiosa officiata da padre Roberto Zorzolo assistito dai padri cappuccini del vicino convento caro alla memoria leopardiana.

Suonate dalla concertista Ilaria Baleani, le note dal preludio di F. Chopin, opera 28, hanno aperto la cerimonia funebre al cui termine sono intervenuti padre Floriano Grimaldi, il sindaco Antonio Bravi, il presidente del Centro Nazionale Studi Leopardiani, Fabio Corvatta.

La bara al centro era affiancata da due carabinieri in alta uniforme. fun3

La famiglia Leopardi ha avuto sempre un grande rapporto con l’Arma tanto che la contessa Anna un tempo, oggi la contessa Olimpia, ne sono madrine.

Presente anche una delegazione dell’Arma in congedo con bandiera ed il gonfalone del Rotary “G. Leopardi”.

La piccola chiesa non è bastata a contenere quanti volevano tributare l’ultimo saluto al “conte Vanni”, così un po’ tutti a Recanati lo chiamavano amichevolmente.

In tanti sono rimasti o sul sagrato o nella Piazzuola Sabato del Villaggio.

L’Adagio dalla Patetica di Beethoven ha chiuso la funzione nel corso della quale altri brani usati per le liturgie sono stati il “Largo in sol maggiore” di Haendel, l’Ave Maria di Gounoud, “Sogno” di Schuman.

Tra le autorità, presenti il Prefetto, il Questore, i comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza, il comandante della Compagnia CC di Civitanova, l’Aeronautica di Loreto.

Tra gli intervenuti anche rappresentanti del mondo accademico e studiosi leopardisti.

Ma anche tanta gente comune.

In prima fila commossa, la figlia di Vanni, Olimpia Leopardi, ed insieme a lei i figli Ettore, Gregorio, Diana.

Uomo di arte e di cultura, grande viaggiatore, amante della natura, Vanni Leopardi ha dedicato la sua vita alla salvaguardia del patrimonio leopardiano e alla tutela morale dell’anima grande del poeta recanatese. vanrosso1

Laureato in Scienze Politiche, scelse l’agricoltura per passione, dando continuità alla tradizione di famiglia e cercando, nella produzione di vino, cereali e olio, di rispettare gli equilibri della natura, il benessere degli animali, immaginando un ciclo virtuoso tra produttività, modernità e bellezza del paesaggio.

Per tutta la vita ha cercato di coniugare il progresso tecnologico e la modernità, alle istanze di una vita connessa ai ritmi veri della natura; memore della ‘lezione' del suo più grande avo, alla ricerca di una civilizzazione che non alieni gli esseri umani e che permetta loro "…in social catena" una mutua assistenza alla ricerca della felicità.

Proprio quella felicità tanto desiderata dall’antenato Giacomo è stata, per Vanni Leopardi, l’obiettivo ultimo di una ricerca lunga tutta la sua vita: una "Accademia per la ricerca della Felicità", negli stessi luoghi dell’avita dimora dove scelse di abitare.

All’uscita, la bara è stata portata a spalla fino al carro funebre dai parenti e amici più stretti, il nipote Gregorio in prima fila.

Era oramai buio quando il corteo si è mosso per attraversare il centro storico fino a Porta Romana.

Anche Aria, l’amato border collie, il cane di Vanni ha seguito tutto il percorso “cercando” invano il padrone con cui la sera era solito fare lunghe passeggiate.

Molta gente ha atteso il passaggio nel centro storico in silenzio mentre le vetrine spegnevano le luci in reverente ossequio.

Una volta raggiunta Porta Romana il corteo ha proseguito in forma privata fino alla cripta nelle campagne di San Leopardo.

L'intervento di padre Floriano Grimaldi, audio inziale basso (clicca sullo start)

L'intervento del sindaco Antonio Bravi (clicca sullo start)

L'intervento di Fabio Corvatta, presidente CNSL (clicca sullo start)

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