RECANATI  - Con oltre 570mila euro di danni all’agricoltura registrati negli ultimi anni e dovuti ai cinghiali, la provincia di Macerata è una delle più colpite dal proliferare indisturbato della fauna selvatica.

Proprio i cinghiali rappresentano il 75% dei danni in agricoltura e ciò significa che il conto è ben più salato.

Per questo ieri mattina allevatori e agricoltori della provincia maceratese hanno raggiunto Roma per la grande manifestazione organizzata da Coldiretti in piazza Montecitorio. Davanti al Parlamento per chiedere impegni concreti per mettere in sicurezza il territorio.

Con loro c’erano anche una decina di sindaci del territorio: San Severino Marche, Camerino, Castelraimondo, Colmurano, Matelica, Montecosaro, Recanati (rappresentata dal consigliere comunale Stefano Miccini con delega all'agricoltura, primo da sx nella foto con la fascia), San Ginesio, Ripe San Ginesio, Sant'angelo In Pontano e Penna San Giovanni.

Proprio questi sono tra i Comuni più colpiti: solo San Severino ha fatto registrare tra 2012 e 2016 oltre 100mila euro di danni. In provincia è il territorio più colpito davanti ad Apiro (73mila), Cingoli (51mila) e San Ginesio (45mila euro).

“Le amministrazioni comunali – commenta Francesco Fucili, presidente di Coldiretti Macerata - vivono sul territorio queste problematiche e cercano quotidianamente di risolverle. La loro presenza è un importante segno di vicinanza. Quando parliamo di danni non ci riferiamo solo ai cinghiali perché poi, in pianura, abbiamo problemi con nutrie e piccioni oppure daini e caprioli. Già alcuni Comuni della nostra provincia si sono attrezzati mettendo in atto, con coraggio, ordinanze di abbattimento e per questo sono stati attaccati da associazione pseudo animaliste. Da parte nostra va loro la nostra solidarietà e il nostro appoggio nel portare avanti istanze che tengono a limitare il danno e a tenere in equilibrio l’ambiente e a tutelare il nostro territorio”.

Danni alle coltivazioni ma di mezzo c’è anche l’incolumità dei cittadini. Circa 150 quelli avvenuti nelle strade marchigiane nel corso del 2018, secondo il Piano faunistico venatorio regionale. La maggior parte di essi sono legati a caprioli (55% dei casi) e cinghiali (35%) mentre la parte restante riguarda daini e istrici. Numeri che però non riescono non riescono a dare il quadro completo perché difficilmente, ammette lo stesso report, chi investe un animale di piccola taglia come volpi, lepri, eccetera, denuncia il fatto. Secondo Coldiretti Ministeri, Regioni, Province e Comuni devono collaborare per avviare un piano straordinario senza intralci amministrativi che renda ancora più efficaci i piani di contenimento.

maceratesi protesta cinghiali