Ho avuto Jacopo nella mia parrocchia (Bagnolo) e conosco bene molti dei suoi familiari. Mi sembrava giusto dare un segno a questi "ignoti ragazzi" e soprattutto a tutti quelli che Jacopo Casaccia (nella foto) l'hanno conosciuto. Oggi, 14 settembre, sarebbe caduto tra l'altro il suo dodicesimo compleanno. Jacopo Casaccia, ricordiamo, rimase vittima di un tragico incidente stradale e di recente, i giardini a lui dedicati, sono stati presi di mira dai vandali.

Di Andrea Guzzini

Vera vita, vera morte … Guardando un giardino penso subito ad un simbolo di vita. iacopo_casaccia_3Credo che anche osservando “I giardini di Jacopo” non si possa non averci pensato... La vita di un giardino, come quella degli uomini, va seminata, irrigata, curata, guidata... poi sboccia in uno spettacolo che fa fremere il cuore, che dona pace e profumo d’amore, che muta e si rinnova con lo scorrere del tempo e delle stagioni. Appena saputo dell’iniziativa della Scuola Media “Patrizi” di dedicare questi giardini al nostro giovane fratello Jacopo, ho subito pensato che era un altro piccolo segno di come Jacopo sia profondamente vivo tra noi. Sulla scia della sua vita, fiorisce in noi il desiderio di fare un po’ di bene al prossimo, fosse anche di donargli la vista di un angolo di pace. Sì, da quel tragico momento in cui perdemmo ai nostri occhi un fratello, la sua vita ha incominciato a contagiare ancora di più i nostri cuori. Il cuore di Jacopo è vivo, vive in noi e nelle nostre opere! Poi ho letto con sgomento che qualcuno, forse per divertirsi, forse per noia, ha cercato nel buio di sradicare questo giardino … una “ragazzata”, certo … ma che punge il mio cuore come una spina dolorosissima. Perché con tristezza mi accorgo che mentre Jacopo è vivo, stupendamente vivo anche dopo il suo incidente, il cuore di chi è responsabile di quel gesto, pur continuando a battere, sta lentamente andando verso la morte! La vera morte. Quella da cui non c’è più ritorno e che si sperimenta proprio in questa vita. La morte di chi non sa più guardare l’altro come un fratello, di chi non si accorge di quanto bene sarebbe capace di donare il suo cuore, di chi sceglie di vivere al buio anche se sa che la luce è bella e la vita è meravigliosa. Non so se queste righe potranno mai arrivare a Voi che eravate lì quella notte. Non pensiate che io voglia condannare: vorrei solo capiate che rischiate voi stessi di scrivere la vostra condanna. Condanna a non capire mai più che la vita è bella, è meravigliosa … e che noi possiamo dare tanto a chi ci è vicino. Credo che i vostri gesti siano stati compiuti in perfetta incoscienza … Questo tuttavia non giustifica, ma fa tremare: se solo Voi vi fermaste a guardarvi allo specchio, scoprireste che siete capaci di azioni ben più grandi e più “ardite” rispetto allo scavalcare muretti e allo sradicare piantine. In seguito a quel fatto, si sono moltiplicati i commenti: autorità politiche, mezzi di comunicazione, cittadini si sono giustamente interrogati su quale soluzione perseguire. I punti di vista sono molteplici, alcune proposte sono ragionevoli, altre mi sembrano perdere di vista il problema educativo e forse, troppo semplicisticamente, puntano alla semplice repressione. In ogni caso il Vostro gesto chiama tutti noi a dare una risposta, cominciando dalla realtà che ci circonda. Per me questa risposta è promuovere sempre ed ad ogni costo una cultura di vita e non una cultura di morte. Ma a volte tutti noi, e Voi, quella sera, non sappiamo riconoscere la vera Vita. Credetemi, Jacopo Vi ha già perdonato: aspetta solo un Vostro sorriso, che gli faccia capire che anche Voi siete vivi come lui!