RECANATI – Il 2019 è stato l’anno del Bicentenario della composizione dell’Infinito.

Il 2020 sarà l’anno di Dante, ma il poeta dell’Ermo Colle sembra non voler lasciare la scena e ricavare ancora uno spazio sul suo immenso genio e sul suo studio dei grandi letterati che le precedettero.

Dante tra questi.10124396 4313802

Infatti dalle carte autografe di Giacomo Leopardi custodite alla Biblioteca Nazionale di Napoli riemerge una sconosciuta e inedita recensione, con ogni probabilità risalente all'autunno del 1816.

È un testo compiuto, in bella copia e firmato, ma che il poeta rinunciò a pubblicare.

Sconosciuto è peraltro anche l'opuscolo recensito, "L'ombra di Dante", "visione" in terzine di Giuliano Anniballi, stampata a Loreto nel 1816.

La scoperta dell'articolo, informa l'AdnKronos, è di Christian Genetelli, professore ordinario di letteratura e filologia italiane all'Università di Friburgo (Svizzera) e membro del comitato scientifico del Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati.

Genetelli 300x300Ne dà notizia lo stesso studioso in un volumetto in uscita in questi giorni a Milano presso Led-Edizioni Universitarie di Lettere Economia Diritto (collana "Palinsesti") dal titolo "Un'inedita e ignota recensione di Giacomo Leopardi ('L'Ombra di Dante')".

L'autografo leopardiano è un foglio semplice, vergato sul recto e sul verso.

Lo studio di Genetelli spiega genesi, particolarità e implicazioni dell'inedito: lo colloca all'interno di una stagione di attività febbrile per Leopardi, fresco di conversione letteraria, in cui proprio il nome di Dante assume un posto privilegiato dentro la sua poetica del primitivo.

Attenzione, naturalmente, è riservata anche all'involontario co-protagonista, all'autore dell'"Ombra di Dante", di cui è tracciata l'intera parabola: dai primi passi nella nativa Urbino fino agli anni riminesi della maturità e della vecchiaia, ormai oltre la metà dell'Ottocento, ma inspirando ed espirando sempre fiera aria classicista.