Nota di Italia Viva Recanati

 RECANATI -  Leggiamo la nota del segretario cittadino del Partito Democratico e la nostra prima reazione sarebbe quella di non commentare un copione già visto e rivisto a tutti i livelli, da quello nazionale a quello cittadino passando per il livello regionale e quello provinciale.

Non possiamo però esimerci dal notare che nel PD nessuno perde, mai, nemmeno di fronte all'evidenza dei numeri e, se perde, si sente comunque nella condizione di poter dare lezioni politiche ad alleati ed avversari.

Vediamo però di provare a leggerli questi numeri.106924414 10223657353646190 7883456762881423392 n

Italia Viva è il primo partito cittadino, il Pd arriva quarto superato anche da Lega e Fratelli D'Italia; Francesco Fiordomo, candidato recanatese di Italia Viva triplica, a livello cittadino, il numero di preferenze dell’ex assessore Roberta Pennacchioni, pur soccorsa da improvvisi ed imprevisti ritorni di fiamma.

Sono segnali che indicano chiaramente a chi va l'apprezzamento e la fiducia degli elettori recanatesi; segnali che fanno il paio con quelli, forse ancora più evidenti trattandosi di elezioni comunali di un anno e mezzo fa quando il PD rimase fuori anche dal ballottaggio per l'elezione a sindaco.

Ciò che appare evidente agli occhi di tutti quindi diventa invece “misteriosamente” incomprensibile, quasi imperscrutabile per il gruppo dirigente del PD locale che, imperterrito, continua con attacchi gratuiti ed immotivati e atteggiamenti da maestrina verso Italia Viva Recanati ed i suoi candidati, convinto di possedere la verità assoluta.

Ebbene, caro segretario cittadino Marinelli, Italia Viva Recanati non accetta lezioni politiche da chi, già tempo fa, avrebbe dovuto analizzare i risultati di una gestione fallimentare e le cause della sconfitta traendone le dovute conseguenze ed invece continua imperterrito a rimanere dov'è.

Non accettiamo lezioni da chi parla di distensione e contemporaneamente scatena la guerra ai seggi tramite i propri rappresentanti di lista.

Accetti invece lei un consiglio: faccia, come già altri esponenti del suo partito, autocritica; sia coerente con quello che scrive; accetti la doppia sconfitta, si dimetta insieme al suo gruppo dirigente e ponga le basi perché una nuova dirigenza, rinnovata nelle persone e nel metodo, possa lavorare con rinnovati presupposti a quella unità del centro sinistra che tutti consideriamo non solo una condizione necessaria per riconquistare la fiducia degli elettori, ma un valore irrinunciabile.