Di Silvana Magini, coordinatrice Tribunale del Malato di Recanati
Lettera aperta al direttore ASUR 8, Morosini.
C'era una volta, anni or sono, una cucina all'ospedale "S. Lucia", famosa per la sua qualità e la quantità del cibo che distribuiva ai suoi malati, detti altrimenti pazienti (ora utenti) i quali, con la degenza guarivano spesso dai loro mali e acquistavcano vigore anche in virtù del trattamento alimentare. E' pur vero che ora la glicemia e la colesterolemia la fanno da padrone e un pò di dieta non fa male, ma, per chi si trovi a dover passare molti giorni in ospedale, mangiare un cibo poco appetibile non è cosa da trascurare. Signor direttore Morosini, da quando lei ha deciso che conn la mensa ospedaliera si doveva cambiare, questo TdM non fa che registrarre lamentele sulla qualità ed in taluni casi sulla quantità dei pasti. Oggigiorno, grazie ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), da noi definiti minimi, le degenze sono ridotte all'osso e quindi, in reparti come la chirurgia, il cibo incide assai poco, appunto per la brevità dei ricoveri, ma non è così per la medicina, per l'ostetricia, etc.. Non vorremmo dar campo a vattivi pensieri ritenendo che la sua decisione sia frutto di un contenimento di spesa, cosa legittima se non va a discapito dei cittadini utenti. Lei già conosce il nostro pensiero e cioè che si potrebbe risparmiare assai riducendo (parere dei comuni mortali) gli stipendi altissimi che manager, assessori, e politici in genere, percepiscono, e , per i quali, non si decide mai una decurtazione sia pur minima, a mò di solidarietà per la popolazione che, in strati sempre crescenti, stringe la cinghia.