Rodolfo Mogetta, coordinatore dei sei comitati 'Salviamo la Val Potenza' (Recanati, Potenza Picena, Porto Recanati, Macerata, Montelupone e Montecassiano) è esplicito, “Non siamo contro il progresso. Contestiamo la superstrada a sei corsie perché impresa faraonica e sproporzionata. Da un anno ci battiamo, sensibilizzando la popolazione e le istituzioni per una soluzione diversa dalla superstrada. Il progetto non ha senso".

"La nuova arteria è inserita in una valle stretta e provocherà un enorme impatto ambientale e non è inserita nel Piano territoriale di coordinamento, è fuori da una progettazione territoriale complessiva, e non risolverà i problemi. La superstrada non ridurrà il traffico locale, perché gli svincoli di uscita e ingresso sono distanti tra loro 5 chilometri, quindi di scarsa utilità per gli spostamenti brevi; è lunga 24 chilometri e, dunque, produrrà solo un ridotto risparmio di tempo; si dice che servirà al traffico pesante, ma questo rappresenta il 20% di quello oggi rilevato; esiste già una superstrada parallela a 10 chilometri di distanza: se ne costruiamo un’altra creiamo la prima situazione del genere in Italia, spendendo una somma enorme che graverà sui cittadini per anni. E poi molti sono i rischi per l’ambiente. La superstrada concentrerebbe il traffico aumentando l’inquinamento acustico e atmosferico, limiterà l’agricoltura biologica, distruggendo centinaia di ettari di terra agricola, impedirà i flussi migratori degli animali, i piloni intercetteranno le falde acquifere della vallata aumentando i rischi di inquinamento dell’acqua potabile, il paesaggio leopardiano e la vocazione agro-turistica della vallata saranno compromessi. Non abbiamo mai negato la necessità di intervenire sulla viabilità attuale. Premesso, però, che anche nelle condizioni esistenti lungo la vallata ci sono imprese di fama mondiale, che evidentemente sono riuscite comunque a crescere, pensiamo che esistano soluzioni alternative, più efficaci e sostenibili. Si tratta di mettere in sicurezza e valorizzare il patrimonio stradale esistente, puntando su un’organizzazione diversa degli svincoli, aumentando il numero delle rotatorie, ecc. nell’ambito di un progetto complessivo della viabilità. L’80% della Regina può essere allargato e adeguato alle nuove esigenze, è evidente che diventa obbligatorio passare fuori Sambucheto (magari seguendo l’esempio di quanto è stato fatto a Chiesanuova), è necessario pensare alla realizzazione di una strada che colleghi adeguatamente le valli del Chienti e del Potenza. Insomma, si può fare ben altro".