Di Claudio Giuliodori, Vescovo di Macerata – Tolentino - Recanati - Cingoli - Treia
La Chiesa non è un’agenzia di servizi sociali, ma il suo annuncio del Vangelo sarebbe poco credibile se non fosse accompagnato da una concreta testimonianza della carità. San Paolo ci ricorda che la ragione ultima della carità cristiana risiede nell’imitazione di Gesù che ha dato la sua stessa “ricchezza divina” per risollevarci dalle nostre povertà morali e materiali. La carità non può essere pertanto comandata, ma deve essere vissuta come naturale conseguenza della sequela del Signore: “Non dico questo per darvi un comando - afferma San Paolo -, ma solo per mettere alla prova la sincerità del vostro amore con la premura verso gli altri. Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (1Cor 9, 8-9 ).
La carità cristiana è quindi una concreta manifestazione della grazia che abbiamo ricevuto, ossia del dono gratuito con cui il Signore Gesù, offrendo la sua stessa vita sulla croce, ci ha rivelato la grandezza dell’amore del Padre. L’esperienza di questa grazia, che risana e libera in modo integrale la persona, da sempre contrassegna la vita della Chiesa. L’amore verso i fratelli e persino verso i nemici rappresenta un distintivo irrinunciabile della fede cristiana. Nel tempo, la testimonianza della carità ha assunto forme e dimensioni diverse secondo la sensibilità della comunità cristiana e le concrete esigenze storiche.
Anche oggi ci domandiamo che cosa il Signore chiede alla comunità ecclesiale per vivere in modo autentico e credibile la carità. Per questo è stata avviata da due anni una ricerca attraverso quella rete informale, ma quanto mai efficace, costituita dalle comunità parrocchiali e in modo particolare dagli stessi parroci. In continuità con i rilevamenti dell’Osservatorio delle povertà è stato realizzato un progetto di indagine sulle situazioni di povertà presenti nel nostro territorio attraverso lo sguardo e la percezione dei sacerdoti.
In effetti i sacerdoti rappresentano uno dei sensori più efficaci per comprendere fenomeni complessi di povertà che spesso sfuggono alle analisi ordinarie. Il fatto di conoscere personalmente le situazioni delle famiglie e le dinamiche sociali del territorio, di poter monitorare gli effetti di tali situazioni sulle singole persone e nella storia delle famiglie, di poter attivare reticolati agili e mirati a sostegno delle situazioni di disagio, fa dei parroci e delle parrocchie uno dei presidi caritativi, e quindi di solidarietà sociale, più importanti del territorio.
Un tale patrimonio di conoscenze e sensibilità, grazie a questa indagine, diviene oggi uno strumento fruibile per comprendere meglio le situazioni e le dinamiche di povertà che affliggono il nostro territorio anche al fine di tarare meglio gli interventi sapendo anche che esiste una operosità caritativa e solidaristica diffusa e capillare, spesso non sufficientemente apprezzata e valorizzata. Da questa indagine si vede come esistano molte forme di povertà che restano nascoste all’interno dei nuclei familiari i quali evitano di socializzare i loro problemi, mentre volentieri accolgono l’aiuto discreto e riservato del parroco, sentito spesso come uno di casa che sa comprendere e condividere le difficoltà. Quello dei parroci è un punto di vista importante che si aggiunge oggi agli altri strumenti di indagine delle povertà presenti nel nostro territorio, apportando significative e concrete integrazioni anche per gli interventi solidaristici degli enti pubblici e della comunità ecclesiale.
Desidero ringraziare i parroci per la disponibilità manifestata verso questa indagine e tutti coloro che hanno collaborato alla sua realizzazione perché si tratta di un contributo importante che certamente aiuterà gli operatori del settore a definire meglio interventi e strategie ma anche a far crescer la sensibilità e la collaborazione da parte di tutti coloro che hanno a cuore il bene del nostro territorio e il superamento delle vecchie e nuove povertà.
Per leggere la presentazione dell'indagine e i dati statistici clicca sull'immagine sotto, poi vai al link specifico nella parte dx della home page della Diocesi dedicato all'inchiesta