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MACERATA - Sta prendendo il via la grande manifestazione antifascista e antirazzista. Concentramento ai giardini Diaz dove stanno confluendo migliaia di persone.

Sono arrivati Gino Strada, Adriano Sofri, l'ex ministro Cecilie Kyenge, Staino, Pippo Civati, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni, Marco Ferrando.

Presenti delegazioni di Libera, Emergency, Potere al Popolo, Possibile. Liberi e Uguali, Partito Comunista, FIOM, ARCI, CSA Sisma, rappresentanze di immigrati, vari centri sociali, circoli territoriali dell'ANPI.

Un corteo molto ordinato e stimato in circa 10/15000 unità che ha percorso la circonvallazione cittadina senza incidenti fornendo una prova di grande maturità a parte quello slogan, evitabilissimo, innegginate alle foibe.

Curioso "incontro" tra i manifestanti ed il vescovo Marconi che aveva invitato i maceratesi ad accendere questa sera un lumino sulle finestre.

Il prelato, visto dai manifestanti che sfilavano, ha seguito l'evoluzione del corteo dal terrapieno dell'Asilo Ricci.

Circa 300 uomini hanno garantito l'ordine pubblico senza problemi. Un elicottero ha monitorato la situazione dall'altro. Tutti i varchi verso il centro storico (i commercianti avevano abbassato le saracinesche ed alcuni avevano alzato barricate di protezione) erano presidiati.

Mentre il corteo prendeva il via, dalla caserma dei carabinieri venivano portati via due cittadini nigeriani nell'ambito delle indagini per la morte di Pamela Mastropiero, l'altra tragica vicenda che in questi giorni ha fatto calare Macerata in un vortice, culminato con il raid di stampo fascista e razziale di Traini.

Si tratta di Desmond Lucky, di 22 anni, residente a Macerata, e Awelima Lucky, di 27 anni, domiciliato a Montecassiano.

Per il primo si tratta del pusher accusato di  aver ceduto una dose di eroina alla ragazza romana il giorno prima del decesso. Si tratta invece per il secondo fermo, del nigeriano bloccato ieri a Milano mentre, con la moglie, stava per prendere il treno con cui andare in Svizzera. Ad ambedue i nigeriani viene contestato in concorso il retao di omicidio volontario, vilipendio, distruzione, soppressione e occultamento di cadavere.

All'uscita dalla caserma, dove si è svolto l'interrogatorio, il Procuratore Giorgio non ha voluto rilasciare dichiarazioni.