LORETO - Nacque a Roccacontrada, oggi Arcevia, in località Palazzo, il 29 novembre 1743. Figlio di Arcangelo, stimato architetto ed autore di varie fabbriche nelle Marche, e di Angela Fattorini, a 14 anni fu mandato a Perugia per continuare gli studi e frequentare il corso del pittore Appiani.

A 17 anni si recò a Roma presso la scuola di Stefano Pozzi; ma presto abbandonò la pittura per l'architettura, apprendendo il disegno presso Carlo Murena, che dirigeva lo studio di Luigi Vanvitelli, all'epoca già a Napoli.

Tornato nel 1765 a Palazzo in seguito alla morte del padre, operò nei dintorni sino a che, nel 1779, fu richiamato a Napoli da Luigi Vanvitelli, perché collaborasse ai disegni della Reggia di Caserta. MANIFESTOVICI copia

Morto Vanvitelli, ricusò l'offerta del figlio di questi, essendo assai impegnato in molte fabbriche che aveva nelle Marche ed in altri prestigiosi incarichi, tra cui l'ideazione e realizzazione del canale Pio della celebre Cascata delle Marmore, che aveva la funzione di liberare la Valnerina da periodiche e disastrose inondazioni.

In seguito al successo di tale impresa, fu nominato Primo Ingegnere della Congregazione delle Acque, cui si aggiunsero poi quello di Architetto della Rev.ma Fabbrica di San Pietro e molte altre onorificenze.

Rinunciò peraltro alla carica di Segretario dell'Accademia di Belle Arti di Milano ed alla Cattedra di Architettura a Mantova.

Nel 1785 venne eletto membro dell'Accademia di S. Luca, e, dopo esserne stato Segretario, ne fu anche Principe; in seguito, variato il sistema, ne divenne Presidente dopo il Marchese Antonio Canova, di cui era intimo amico. Unitamente a questi, fu compilatore dello Statuto accademico del 1812.

Il 10 settembre 1817, per male cardiaco, morì in Roma all'età di 74 anni non ancora compiuti e fu sepolto a S. Maria in Vallicella.

Dalla moglie Teresa Storace ebbe molti figli, ma la casata avrebbe avuto termine con lui, se la figlia Barbara Vici, sposata in prime nozze a Giulio Cesare Busiri, ed in seconde all'Architetto Clemente Folchi, non avesse imposto anche il proprio cognome ai figli, dando vita così alle famiglie dei Busiri Vici e Folchi Vici.