ANCONA -  Lo chiede, attraverso una specifica mozione, il consigliere regionale Sandro Bisonni. Il Presidente e la Giunta vengono anche chiamati a verificare che siano effettuati gli adeguati controlli, nonché a rendere pubblici i dati a disposizione

Il tariffario per il mantenimento dei cani randagi nelle strutture pubbliche e private al centro dell’attenzione in una mozione presentata dal consigliere Sandro Bisonni. Nell’atto viene ricordato che la legge regionale n. 10 del 1977 demanda alla Giunta l’individuazione, esclusivamente in funzione dell’età e dello stato degli animali ricoverati, del minimo e del massimo delle tariffe relative alle spese per il loro mantenimento, con aggiornamenti da effettuare ogni quattro anni.

La normativa in questione stabilisce anche che nei contratti e nelle convenzioni stipulati, i Comuni, singoli o associati, e le Comunità montane non possono scegliere un limite minimo diverso da quello indicato dalla Giunta.195E82ABCF234343996034123FF09C59 0

“Sulla base di una deliberazione dell’Esecutivo del 2012 – spiega Bisonni - rientrano nelle quote previste anche le spese per l’assistenza sanitaria di base di ogni singolo animale, che il gestore è tenuto a garantire. Non dimentichiamo, poi, l’elevato costo delle spese veterinarie e dei mangimi, che è destinato ad aumentare quando i cani sono affetti da particolari patologie. La tariffazione minima di 1,85 euro non permette di fornire un sostegno adeguato.”

Il consigliere fa notare che a tutt’oggi la Regione risulta inadempiente perché non ha provveduto all’aggiornamento tariffario, trascorsi i previsti 4 anni. E ricorda che i dati sulle presenze degli animali, che alloggiano nelle strutture di ricovero temporaneo e permanente, non sono pubblici, se non in forma aggregata, risultando in questo modo di difficile comprensione e di scarsa utilità per l’orientamento del cittadino che vuole rivolgersi ad una struttura.

La mozione impegna il Presidente e la Giunta a deliberare un aggiornamento della tariffazione minima; ad assicurarsi che siano realizzati controlli periodici sullo stato di salute dei cani e sul numero delle adozioni effettuate; a rendere pubblici, in formato aperto, i risultati dei controlli sanitari posti in essere, nonché i dati per ogni singolo canile relativi alle presenze e al numero delle stesse adozioni.