TOLENTINO - Splendida chiusura per la III edizione del Tolentino Jazz Festival con due concerti all’insegna del miglior jazz, riconfermando il successo delle serate precedenti.

Ad aprire le danze ci ha pensato il pianista umbro Luca Cipiciani che insieme al suo quintetto si è fatto apprezzare per le sue composizioni dalla tessitura armonica moderna con richiami sia al post-bop che alla musica jazz europea.

Temi e arrangiamenti di buona fattura si sono sposati a sonorità suggestive, colori e dinamiche ben intrecciate con successioni accordali interessanti e costruzioni ritmiche in movimento. Fra i brani in programma “Astera”, “Blues for Mr. R.C.”, dedicato a Riccardo Catria, la suggestiva ballad “ “Sintagma” e “S.C.” arguto omaggio alla follia nel segno di Monk e Silver. Boltro La Maida Postacchini

Di prima qualità gli interventi solistici sia di Cipiciani sia dei suoi talentuosi compagni di palco a partire dal giovanissimo Catria, tromba intrigante dal timbro ricco di mille sfumature, fino a Francesco Angeli, ottimo e grintoso sax, Emanuele Rappuoli, che ha ben figurato nei suoi soli, e Dino Caravello fluido e dinamico con la sua batteria. Il gran finale della kermesse è arrivato per mano di Marco Postacchini, con la sua formazione “All Stars” impreziosita ulteriormente da un super ospite: Flavio Boltro.

Dallo Swing alla Ballad fino ad incursioni nella Bossa Nova il variegato universo musicale delle composizioni di Postacchini si è imposto in tutta la sua avvincente freschezza; i brani in programma provenivano tutti dall’eccellente lavoro discografico di qualche anno fa dal titolo” Do you Agree?” inciso per l’etichetta NOTAMI con buona parte dei membri della formazione presente sul palco. Il tocco da maestro della tromba di Boltro si è messo in luce con grande charme e naturalezza sia nei coinvolgenti ed articolati soli che nei dialoghi con Postacchini in “Do you Agree?” e “But not for you”, inserendosi perfettamente nel mood dei brani e nel dinamico gioco di insieme della prestigiosa band del sassofonista marchigiano.

Anche in questa occasione Postacchini ha sfoggiato il suo indiscusso talento di polistrumentista che unito a quello di compositore e di arrangiatore fa di lui una delle personalità musicali più brillanti nel panorama jazz italiano.

La complessità armonica della musica di Postacchini, i temi gradevoli e accattivanti, la scrittura fluida e i giochi contrappuntistici sono stati il filo conduttore del repertorio proposto che includeva fra brani “ Insomnia”, “Somewhere in the Sky”, “ Boring Days” e “Stand Clear of th Closing Door, Please!”.

Sempre all’altezza delle scelte stilistiche e dinamiche dettate dai brani, provvisti di un groove costantemente rinnovato e ricco di energia, attenta a tutte le soluzioni timbriche e ai passaggi collettivi, la band di Marco Postacchini ha dato vita ad una performance di alto livello; i pregevoli solisti tutti in possesso di grandi capacità tecniche ed espressive rendono questo ensemble un luminoso esempio di eccellenza italiana di livello internazionale.

Vanno dunque citati per i loro meriti Davide Ghidori e Samuele Garofoli alla tromba, Simone La Maida al sax alto, soprano e al clarinetto, Carlo Piermartire al trombone, Filippo Gallo alla chitarra, Emanuele Evangelista al pianoforte, Gabriele Pesaresi al contrabbasso e Stefano Paolini alla batteria. Grintoso il bis finale “New Song” che ha chiuso con un trascinante funky un’esibizione travolgente.