ANCONA - Per l'equo compenso ora c'è anche una legge regionale. Un'ulteriore tutela per i liberi professionisti, affinché venga garantito e promosso il valore delle loro prestazioni.

L'Assemblea legislativa, infatti, ha approvato all'unanimità la proposta sottoscritta dal Presidente del Consiglio, Antonio Mastrovincenzo (primo firmatario) e da quello della Commissione sviluppo economico, Gino Traversini.

"La legge regionale sull'equo compenso - commenta il presidente di Confprofessioni Marche Gianni Giacobelli  (nella foto) - è una norma che aspettiamo da tempo: nelle Marche ci sono oltre 30.000 professionisti, ordinistici e non, e certamente trarranno un forte giovamento dalla prossima entrata in vigore di questo provvedimento che consente di riequilibrare, in modo codificato, il rapporto tra qualità e giusta remunerazione della prestazione professionale".

Viene così definita una misura di maggiore tutela, ancora più importante nella congiuntura attuale: "Significa dare dignità al lavoro - sottolinea Giacobelli -, anche a questo comparto che negli ultimi anni ha fornito un'opportunità a molti giovani che, altrimenti, avrebbero incontrato maggiori difficoltà di inserimento nel mercato occupazionale, per la crisi economica che sta ancora facendo sentire i suoi effetti. Esprimiamo, quindi, massima soddisfazione per il fatto che, dopo un lavoro piuttosto complesso, frutto del dialogo costruttivo con la Regione, gli ordini professionali e le rappresentanze sindacali, veda oggi la luce una legge che tiene in grandissima considerazione anche le istanze di Confprofessioni Marche".giacoibelli

"L'introduzione dell'equo compenso, voluta in una prima fase dal legislatore nazionale limitatamente ad alcune categorie - sottolinea il presidente del Consiglio Regionale Antonio Mastrovincenzo - è stata poi estesa ad altri soggetti fino a contemplare nell'intervento complessivo anche i contratti stipulati con la pubblica amministrazione. E' in questo contesto che si colloca la nostra proposta, frutto di un confronto diretto con gli ordini e le organizzazioni di settore, che hanno contribuito in modo significativo alla elaborazione dell'atto". Mastrovincenzo non manca di puntualizzare che "alla base di tutto, resta fermo l'impegno affinchè il lavoro, le competenze e l'equità ritornino ad essere centrali in tutte le strategie regionali d'intervento. Siamo particolarmente soddisfatti perché attraverso questo provvedimento le Marche si pongono tra le prime regioni italiane a legiferare in materia".

Condivide la soddisfazione per il risultato raggiunto anche Roberto Di Iulio, Presidente dell'Ordine consulenti del lavoro e del Cup (Comitato unitario permanente degli ordini e dei collegi professionali) di Ancona: "finalmente la Regione Marche da un passo importante a difesa della dignità dei liberi professionisti". Ed aggiunge: "L'abrogazione delle tariffe professionali ha causato veri e propri fenomeni di sfruttamento con la proposta da parte di alcuni committenti, di incarichi professionali a titolo gratuito. Il rispetto dell'art. 36 della nostra Costituzione non è una prerogativa di alcuni, ma un diritto di tutti coloro che lavorano per garantirsi una vita dignitosa. I liberi Professionisti non sono da meno e l'equo compenso è una conquista di civiltà a garanzia della dignità del nostro lavoro"

Per il Presidente della Federazione Ordini Ingegneri delle Marche, Massimo Conti, "l'equo compenso è il riconoscimento di una professionalità sempre più all'avanguardia e deve essere l'occasione per un aggiornamento continuo dei processi tecnici che interessano circa 17.000 professionisti del settore attivi nelle Marche, garantendo prestazioni di eccellenza".

I CONTENUTI DELLA PDL

La proposta di legge è stata illustrata in Aula dai relatori Gino Traversini e Piero Celani, che hanno condiviso il parere positivo sulle finalità della stessa Pdl.

Nel dettaglio, l'Ufficio di presidenza dell'Assemblea legislativa e la Giunta regionale vengono chiamati ad adottare atti di indirizzo che garantiscano la promozione e valorizzazione delle attività professionali attraverso il riconoscimento del diritto ad un equo compenso, necessariamente proporzionato alla quantità, alla qualità, al contenuto ed alle caratteristiche della prestazione resa, oltre che conforme ai parametri applicabili alla specifica professione, così come stabilito anche dal legislatore nazionale. Gli stessi parametri dovranno essere utilizzati, quale criterio o base di riferimento, ai fini dell'individuazione dell'importo da porre a base di gara e nei contratti di incarico professionale non dovranno essere inserite clausole vessatorie. Entro il 31 marzo di ogni anno la Giunta regionale dovrà sottoporre all'Assemblea legislativa una relazione che ricomprenda i risultati dell'attività di monitoraggio. Viene previsto, inoltre, che la Regione promuova l'adozione da parte degli Enti locali di misure atte a garantire quanto stabilito dall'intervento legislativo in questione..